VATICANO - BAMBINI E AIDS: “I PADRI MANGIANO L’ACERBO E SI GUASTANO I DENTI DEI FIGLI?”

sabato, 3 aprile 2004

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Nei giorni odierni, si sa che la grande maggioranza dei casi d’infezione da HIV nel mondo si realizza tramite la via sessuale. L’adulto è responsabile delle sue azioni effettuate con coscienza e conoscenza di causa e può subire le conseguenze del suo comportamento irresponsabile. Ma i feti, i neonati e i bambini, come possono essere infetti da questo virus se non attraverso la colpa degli adulti? La sofferenza e la morte degli innocenti porranno sempre degli interrogativi senza risposte per la ragione umana: perché questo neonato dovrebbe soffrire e morire di una malattia umiliante e atroce come l’AIDS? Quanti bambini nel mondo sono rimasti orfani, nella miseria totale e senza futuro radioso poiché i loro genitori sono morti di AIDS? “I padri mangiano l’acerbo e si guastano i denti dei figli?”. Ma che cosa la società fa, hic et nunc, per aiutare questi bambini sfortunati?
Questa relazione, a cura di Padre Jacques SIMPORE, Genetista Molecolare, Membro della Pontificia Accademia Pro Vita, sarà suddivisa in tre parti che prevedono:
1 - Meccanismo d’infezione dell’HIV nei bambini.
2 - Epidemiologia e problematica dell’AIDS nei bambini di meno di 15 anni nel mondo.
3 - Attività dei tre centri dei religiosi camilliani che lottano contro la trasmissione madre figli dell’HIV applicando il progetto PTME (prevenzione della trasmissione verticale madre-figlio dell’HIV).
1 - Meccanismo d’infezione dell’HIV nei bambini
Le scienze bio-mediche descrivono tre modi di trasmissione dell’HIV:
- via sessuale;
- via parenterale tramite trasfusione di sangue o penetrazione di fluidi biologici umani (sperma, secrezione vaginale, sangue,…) infetti da HIV in un organismo sano;
- trasmissione verticale madre figlio dell’HIV.
La via principale della trasmissione dell’HIV ai bambini è il modo verticale che si realizza durante: la vita intra-uterina ove il virus può attraversare la placenta e infettare il feto; il momento del parto; il periodo dell’allattamento al seno materno.
I fattori che aumentano i rischi di questo tipo di infezione sono numerosi, tra questi: la quantità della carica virale presente nel sangue materno, nel liquido amniotico, nelle secrezioni cervico-vaginali e nel latte materno , , . Le co-infezioni (IST: infezione sessualmente trasmissibile): HCV, HBV, HGV, HTLV, HHV8… Fattori ostetrici, per esempio, la rottura delle membrane aumenterebbe il rischio della trasmissione dell’HIV dalla madre al figlio , , . Il tasso globale medio (TGM) della trasmissione verticale dell’HIV in Africa è dal 30 al 35% mentre in Occidente tende verso lo 0%.

Ma quali sono i metodi che possiamo usare per prevenire la trasmissione verticale dell’HIV?
- l’educazione della popolazione e la formazione delle donne con età compresa dai 18 ai 42 anni;
- la cura durante la gravidanza delle donne HIV sieropositive con Antiretrovirali come la nevirapina;
- l’utilizzo del parto cesareo per le donne HIV sieropositive;
- l’eliminazione dell’allattamento al seno per le donne HIV sieropositive. Bisogna soprattutto scartare il colostrum, il latte di transizione, che contiene una carica virale alta.
- Il rispetto delle regole di igiene: i neonati e i bambini possono essere infettati anch’essi con il modo parenterale (trasfusione sanguino e diversi contatti). In alcune culture, si è diffusa la notizia che per un uomo adulto HIV sieropositivo, per essere guarito dall’AIDS, occorre avere un rapporto sessuale con una vergine. Perciò, certe persone colpite da HIV, per essere sicuri al 100% di ottenere una vergine, cercano neonati femmine per “curarsi” commettendo così un atto ignominioso contro la natura.
Oggi, tramite i comportamenti irresponsabili, la situazione dell’AIDS nel mondo è più che drammatica: 42 milioni di persone infette da HIV delle quali molti lattanti orfani e bambini di meno di 15 anni HIV sieropositivi.
2 - Epidemiologia e problematica dell’AIDS nei bambini di meno di 15 anni nel mondo , ,
La portata dell’infezione HIV varia da Continente a Continente e da Paese a Paese: non c’è omogeneità di infezione. Senza interventi mirati, senza programmi di prevenzione e di lotta contro l’AIDS:
- avremo una diffusione dell’HIV che si espande inesorabilmente verso l’infinito prendendo sempre di più una crescita ad andamento esponenziale;
- avremo un numero sempre maggiore di bambini infetti da HIV tramite la via della trasmissione verticale madre figlio;
- avremo molti neonati e lattanti orfani di genitori morti a causa di questa infezione.

Analizziamo due rapporti statistici del 1997 fatti da UNAIDS/OMS e dal sito www.avert.org nel 2003.

In 6 anni, dal 1997 al 2003:
- Dal numero dei bambini infettati dal HIV nel 1997 a quello del 2003, abbiamo un incremento del 18,64%,
- Dal numero dei bambini morti da HIV nel 1997 al quello del 2003, abbiamo un incremento dell’8,69%,
- Dal numero degli orfani per AIDS nel 1997 a quelli del 2003, abbiamo un incremento del 70,73%. (Tabella numero 1).

Con il passare degli anni il numero dei bambini che si infettano con l’HIV aumenta e molti di loro diventano orfani in seguito alla morte dei loro genitori per Aids. Si nota nella tabella numero 1 che la percentuale dei bambini morti nel 2003 è del 16,67%, mentre quella del 1997 era del 20,00%. Questi dati hanno una differenza statisticamente molto significativa (p<0,00001). Sicuramente il calo della mortalità infantile legata all’AIDS è dovuta alle cure multiple organizzate per i bambini in questi ultimi anni da UNICEF, OMS e ONG.

TABELLA NUMERO 1

Rapporto UNAIDS/OMS 1997 Bambini HIV(+) meno di 15 anni Totale infezione HIV % Bambini HIV (+) meno di 15 anni
Persone che vivono con HIV nel 1997 1.100.000 30.600.000 3,59%
1Persone infette da HIV nel 1997 590.000 5.800.000 10,17%
Persone morte per HIV dall’inizio fino al 1997 2.700.000 11.700.000 23,08%
2Persone morte per HIV nel 1997 460.000 2.300.000 20,00%
3Numero degli orfani 8.200.000
www.avert.org/aroundworld.htm Statistica del 2003 Bambini HIV(+) meno di 15 anni Totale infezione HIV % Bambini HIV (+) meno di 15 anni
Persone che vivono con HIV nel 2003 2.500.000 40.000.000 6,25%
1’Persone infette da HIV nel 2003 700.000 5.000.000 14,00%
Persone morte per HIV dall’inizio fino al 2001 4.300.000 21.800.000 19,72%
2’Persone morte per HIV nel 2003 500.000 3.000.000 16,67%
3’Numero degli orfani 14.000.000

In alcuni paesi dell’Africa Sub-Sahariana il numero degli orfani a causa dall’AIDS è molto elevato. In Uganda, Kenya e Zimbabwe per esempio, corrispondono rispettivamente al 51%, 54% e 77%. Al livello mondiale abbiamo le statistiche della tabella numero 2.

TABELLA NUMERO 2

Statistiche del 2001

Continenti
Numero di orfani nel mondo Orfani per AIDS % Orfani per AIDS
Africa 34.294.000 11.035.000 32,18%
Asia 65.504.000 1.827.000 2,79%
America Latina + Caraibi 8.166.000 578.000 7,08%

Orfani nel mondo (2001) 107.964.000 13.440.000 12,45%

3 - Attività dei tre centri dei religiosi camilliani che lottano contro la trasmissione madre figli dell’HIV applicando il progetto PTME (prevenzione della trasmissione verticale madre-figlio dell’HIV)
I centri, come l’ “Hogar San Camillo” a Lima in Perù, il Centro Sociale a Rayong in Thailandia e il Centro Medico a Ouagadougou in Burkina Faso (CMSC) sono strutture camilliane dove si sviluppa la filosofia terapeutica dell’OMS, dell’UNICEF e della Chiesa Cattolica per la prevenzione e la lotta contro la trasmissione verticale dell’HIV dalle madri ai figli. In questi centri, si cerca di curare i bambini già colpiti dall’AIDS utilizzando i farmaci antiretrovirali.
Purtroppo molte persone ignorano la trasmissione verticale madre figlio dell’HIV.
In seguito a un’indagine fatta dai padri camilliani in Burkina Faso il 30 giugno 2001 presso 511 giovani da 18 a 32 anni con media d’età 24,81 ± 3,32 (246 ragazze e 265 ragazzi), sono stati raccolti questi dati :
- il 16,75% dei giovani non conoscono la trasmissione verticale dell’HIV;
- il 35,47% delle ragazze vogliono sposarsi con il loro ragazzo anche se è HIV sieropositivo. Solo il 20,45% dei ragazzi accettano di sposarsi con la loro ragazza HIV sieropositiva;
- il 13,48% delle ragazze interrogate vogliono avere figli dopo il matrimonio con i loro futuri sposi anche se loro risultassero HIV sieropositivi.
Questi dati dimostrano che molti giovani non conoscono ancora gli effetti e la pericolosità della trasmissione verticale dell’HIV. Ci vuole allora una formazione adeguata sulla PTME per le donne in età di procreazione e per i giovani maschi.
Dal maggio 2002, nel Centro medico di san Camillo di Ouagadougou, c’è una seduta di counseling, individuali e coperte dal segreto professionale per le donne in gravidanza. Sempre se lo desiderano, tutte le donne in gravidanza che frequentano il consultorio materno-infantile del CMSC possono effettuare il test di screening dell’HIV. Se le spose in gravidanza vogliono, possono invitare il loro partner ad usufruire dello stesso servizio.
A tutti i bambini nati da madre HIV seropositiva, dopo 3 mesi di vita è stata fatta l’analisi della PCR. I risultati sono molto incoraggianti. Tramite il progetto della PTME si è potuto evitare a molti neonati l’infezione HIV. Il virus dell’HIV rimane per i ricercatori, per le persone colpite dall’AIDS e per l’opinione pubblica, un microrganismo che simboleggia la vergogna, la tribolazione morale, la sofferenza fisica poi la morte. Secondo il messaggio del 26 giugno 2001 che Sua Santità Giovanni Paolo II inviò a Kofi Annan a favore delle persone che vivono con l’HIV, l’epidemia dell’AIDS rappresenta una delle catastrofi maggiori della nostra epoca. Per il Papa, non è soltanto un problema di sanità, poiché l’infezione ha delle conseguenze drammatiche sulla vita sociale, economica e politica delle popolazioni . L’Aids è anche una patologia dello spirito, che distrugge non soltanto il corpo, ma tutta la persona, le sue relazioni personali, la sua vita sociale, che spesso è portatrice di una crisi dei valori morali .
L’infezione dell’HIV ai feti e ai neonati, la sofferenza e la morte dei bambini a causa dell’AIDS sono delle sfide per la scienza, la società e la Chiesa Cattolica. Oggi, dinanzi alle numerose resistenze suscitate dai farmaci antiretrovirali ed all’incapacità degli scienziati ad elaborare un vaccino efficace che impedirebbe la trasmissione verticale dell’HIV ai bambini innocenti, quale attitudine avere: lotta o resa? “Perché andate ripetendo questo detto sulla casa d’Israele: I padri mangian l’acerbo e si guastano i denti dei figli? Per la mia vita, oracolo di Dio, nessuno dica più questo proverbio in Israele” . (AP/JS) (3/4/2004 Agenzia Fides)
Bibliografia
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- Intervention du Saint-Siège lors de la XXVIème session spéciale de l’Assemblée générale consacrée à la pandémie du VIH/SIDA, le 27 juin 2001.
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- Meda N.; Msellati P.; Van de Perre P.; Salamon R.; Réduction de la transmission mere-enfant du VIH dans les pays en développement: stratégies d’intervention disponibles, obstacles à leur mise en œuvre et perspectives ; Cahiers Santé, volume 7, Numero 2, pages 115 à 125, mars-avril 1997.
- Message de Jean-Paul II à M. Kofi Annan, du mardi 26 juin 2001 en faveur des personnes vivant avec le VIH/SIDA , Zenit.org
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- Rouzioux C., Costagliola D., Burgard M., et al. Estimated timing of mother-to-child human immunodeficiency virus type 1 (HIV-1) transmission by use of a Markov model. Am J Epidemiol 1995; 142: 1330-7.
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- The Working Group on Mother-To-Child Transmission of HIV. Rates of mother-to-child transmission of HIV-1 in Africa, America and Europe: results from 13 perinatal studies. J Acquir Immun Defic Syndr Hum Retrovir 1995; 8: 506-10.
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