ASIA/SRI LANKA - DOPO VENT’ANNI DI GUERRA SANGUINOSA, “TIGRI” E “AGNELLI” A PRANZO ALLA STESSA MENSA: LA PACE E’ DAVVERO POSSIBILE?

martedì, 6 maggio 2003

Colombo (Agenzia Fides) – “Lo Sri Lanka merita pace, prosperità, dignità e uguali diritti per tutti: per questo occorre lavorare e pregare incessantemente per la pace”: lo ha detto in un colloquio con l’Agenzia Fides mons. Oswald Gomis, Arcivescovo di Colombo e presidente della Conferenza Episcopale.
L’Arcivescovo ha commentato a Fides la decisione del Liberation Tiger of Tamil Eelam (LTTE) di sospendere la partecipazione ai colloqui di pace: “Oggi sono in corso forti pressioni sulle parti per riavviare i negoziati che da un anno stavano registrando incoraggianti passi avanti. Anche la Chiesa sta facendo la sua parte. Il temine ‘sospensione’ fa comunque ben sperare: si tratta di un atto temporaneo”. I tamil lamentano un tentativo del governo di marginalizzare il loro ruolo nella ricostruzione del paese, nel rilancio dell’economia, nella gestione delle aree nel Nord e nell’Est dello Sri Lanka, a maggioranza tamil. Fra i problemi che non ancora hanno trovato una soluzione, quello dei rifugiati tamil (che vorrebbero tornare alle loro case nel Nord) e del disarmo dei guerriglieri che, afferma il LTTE, non può essere unilaterale.
Mons. Gomis nota che, nonostante lo stallo nei negoziati, l’economia è in ripresa, e il clima politico nel paese migliora: “A livello politico permangono alcuni problemi fra i partiti, ma è importante è che si è cominciata a ricostruire la fiducia fra le parti. E fra la popolazione tutti comprendono che la pace è l’unica via per il bene e lo sviluppo del paese”
I Vescovi dello Sri Lanka hanno diffuso di recente un messaggio in cui chiedono al governo e ai tamil di riprendere al più presto il processo di pace. L’appello, firmato da mons. Gomis, afferma. “Lo stallo nei colloqui crea preoccupazione in tutti i cittadini srilankesi che amano la pace. Speriamo che le parti coinvolti facciano ogni sforzo verso il dialogo”. I Vescovi invitano i cattolici “a pregare incessantemente per la ripresa di negoziati e per la loro successo, perchè nel paese regni l’armonia fra tutte le comunità”, ricordando che “il Santo Padre ha sottolineato l’urgente bisogno di lavorare per la pace, per creare relazioni fra i popoli basate su giustizia e solidarietà”.
Il documento afferma che tutti i cittadini devono giocare un ruolo attivo nel sostenere la pace per ricordare “a tutti leader politici che non si può tornare indietro”.
Intanto la Chiesa organizza a livello popolare programmi di riconciliazione ed educazione al dialogo, rivolti in special modo a giovani e bambini. Padre Francis Jayakody, responsabile della Commissione per lo Sviluppo Sociale dell’Arcidiocesi di Colombo, racconta all’Agenzia Fides: “Lavoriamo per rafforzare l’unità e la fiducia fra Nord e Sud, con il contributo di scuole, parrocchie e diocesi. La risposta della gente è buona, come si è visto alla recente festa del Vesakh. Soprattutto tra i giovani e i bambini è più facile costruire la fratellanza: sono loro il futuro del paese, a loro affidiamo una nuova stagione di pace per lo Sri Lanka. Il processo di pace è possibile oggi perchè è desiderio comune di tutta la popolazione, provata da vent’anni di guerra. A noi spetta il compito di gettare ponti, e la religione può essere un elemento di unione che favorisce e sviluppa il dialogo, il rispetto reciproco”.
Secondo p. Francis, “la Chiesa cattolica in particolare, avendo aderenti fra i due gruppi etnici, singalesi e tamil, può svolgere un ruolo importante nel sanare le ferite e costruire nuove relazioni. Sono ottimista, perchè vedo che fra la gente torna un clima di serenità”.
La guerra civile è cominciata nel 1983 e ha fatto oltre 65mila vittime e oltre un milione di sfollati A febbraio 2002 è stato firmato un cessate il fuoco e sono stati inaugurati round di negoziati, con la mediazione della Norvegia..
(PA) (Agenzia Fides 6/5/2003 lines 44 words 501)


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