AFRICA/CIAD - Si fa sempre più concreta la solidarietà internazionale per i 100mila profughi sudanesi in Ciad. L’aiuto del Jesuit Refugee Service e dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

lunedì, 22 marzo 2004

N’Djamena (Agenzia Fides)- Continua l’odissea degli oltre 100mila profughi sudanesi rifugiatisi in Ciad. In loro soccorso stanno intervenendo diversi organismi internazionali.
“Stiamo coordinando il nostro intervento con la SECADEV (la Caritas diocesana” dice all’Agenzia Fides p. Lluis Magrina, direttore internazionale del Jesuit Refugee Service (l’agenzia umanitaria dei Gesuiti) che è stata incaricata dal Preposito Generale dei Gesuiti, p. Peter-Hans Kolvenbach, di offrire aiuto ai rifugiati. L’Arcivescovo di N’Djamena (capitale del Ciad), Matias N'Garteri, aveva lanciato di recente un appello per l’invio urgente di aiuti ai profughi sudanesi in Ciad (vedi Fides 15 marzo 2004). “Il nostro lavoro consiste in particolare nell’organizzare l’insegnamento primario e secondario e nell’avviare alcuni progetti sociali: assistenza alle persone più vulnerabili, giovani e persone anziane; programmi di educazione alla pace e riconciliazione” afferma p. Magrina. “Purtroppo si prevede che i rifugiati dovranno rimanere per un lungo periodo di tempo nei campi profughi, in condizioni difficili anche a causa delle cattive condizioni ambientali”.
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sta distribuendo aiuti alimentari provenienti dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (World Food Program, WFP), oltre ad articoli come secchi, sapone e taniche per l'acqua forniti dall'UNICEF, e a materassi e coperte forniti dall'UNHCR. A coordinare le operazioni di distribuzione sarà l'organizzazione non governativa Care Chad. I rifugiati attualmente presenti a Bahai sono arrivati in Ciad fra la fine di gennaio e i primi di febbraio, in fuga dai bombardamenti aerei ed attacchi armati sui loro villaggi da parte di milizie armate.
Ieri, 21 marzo, sono iniziate le operazioni di trasferimento dei rifugiati in un nuovo centro di transito, il quarto a ricevere rifugiati nel Ciad orientale, nel quadro del programma che mira al loro trasferimento dalle pericolose zone di confine verso aree più sicure dell'entroterra. I rifugiati che si trovano nella città di confine di Tine vengono trasferiti nel nuovo sito di Iridimi, a 7 km.a nord-ovest di Iriba. Nel sito l'acqua verrà inizialmente trasportata da Iriba, fino a quando, entro le prossime due settimane, l'agenzia partner Norwegian Church Aid non avrà impiantato dei pozzi. Per far fronte alle necessità di circa 7mila rifugiati, verranno trasportati dagli 80mila ai 100mila litri d'acqua al giorno.
Il numero di rifugiati finora trasferiti nei tre campi situati nelle zone più sicure dell'entroterra ammonta a 11.958. Il campo di Farchana ospita 2.756 rifugiati, quello di Kounoungo 3.398 e quello di Touloum 5.804. Le operazioni di trasferimento proseguono dalla zona di confine ai campi di Farchana e Kounoungo, mentre quelle verso il campo di Touloum sono per il momento sospese per problemi relativi alla fornitura idrica nel campo. “Fino ad oggi, dei 20,8 milioni di dollari richiesti per le operazioni nel Ciad orientale nel 2004, l'UNHCR ha ricevuto contributi per quasi 9,2 milioni di dollari” si afferma in un comunicato giunto a Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 22/3/2004, righe 41 parole 501)


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