AFRICA/COSTA D’AVORIO - Non diminuisce la tensione in Costa d’Avorio dopo l’autosospensione dal governo di unità nazionale dei partiti di opposizione

giovedì, 18 marzo 2004

Abidjan (Agenzia Fides)- Ancora tensione in Costa d’Avorio dopo l’autosospensione dal governo di unità nazionale di alcuni partiti che protestano per i ritardi dell’applicazione degli accordi di pace (vedi Fides 15 marzo 2004). “I giornali continuano a pubblicare notizie allarmistiche e a dar voce a presunti tentativi di colpo di Stato” dice all’Agenzia Fides una fonte della Chiesa locale contattata ad Abidjan. “La preoccupazione maggiore è però rappresentata dalla manifestazione di protesta organizzata dai partiti di opposizione, prevista per il 25 marzo. Il Presidente Laurent Gbagbo aveva proibito qualsiasi manifestazione fino all’arrivo dei Caschi Blu, previsto per il 6 aprile”. I giovani sostenitori del Presidente hanno annunciato che organizzeranno una contro manifestazione in appoggio alla politica governativa. Si temono scontri tra i partecipanti ai due cortei.
“I partiti di opposizione hanno organizzato un forum di discussione comune per pianificare le iniziative di protesta contro il Presidente Gbagbo. Si profila dunque un inasprimento della crisi” dicono le fonti di Fides.
Capo fila dell’opposizione è il Partito Democratico della Costa d’Avorio (PDCI), l’ex partito unico del “Padre della Patria” Félix Houphouët-Boigny, e le cosiddette “Forze Nuove”, la sigla che raggruppa i movimenti ribelli che controllano dal settembre 2002, il nord e l’ovest del Paese.
Alla base della protesta, vi sono alcuni nodi di fondo ancora irrisolti: la legge sul riconoscimento della nazionalità e la riforma delle proprietà fondiaria. “Purtroppo sembra di assistere a un dialogo tra sordi” affermano le fonti di Fides. “Il partito del Presidente sostiene che queste rivendicazioni sono solo pretesti per prolungare la crisi e far cadere il governo. Gli oppositori, invece, affermano che se le loro richieste non vengono accolte, non si uscirà dalla crisi”.
Rimane bloccato il processo di disarmo degli ex ribelli che doveva iniziare all’inizio di marzo. “I ribelli affermano che il disarmo deve procedere di pari passo con l’attuazione di tutte le clausole degli accordi di pace. Il governo invece sostiene che solo dopo il disarmo gli accordi potranno essere applicati integralmente”.
Nel frattempo, sono tornati al lavoro i magistrati che avevano sospeso le attività dopo l’aggressione di diversi loro colleghi all’interno del Palazzo di Giustizia di Abidjan (vedi Fides 15 marzo 2004). Il 9 marzo diversi “giovani patrioti” (i sostenitori del Presidente) e appartenenti al sindacato degli studenti avevano assalito il Palazzo di Giustizia per opporsi all’insediamento di alcuni magistrati nominati dal ministro della Giustizia, che appartiene al principale partito di opposizione. (L.M.) (Agenzia Fides 18/3/2004, righe 35 parole 425)


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