ASIA/INDIA - La Chiesa resta vigile e attiva per combattere il lavoro minorile: il prezioso contributo di ordini religiosi e associazioni laicali.

sabato, 13 marzo 2004

New Delhi (Agenzia Fides) - “La Chiesa indiana è molto attiva nella lotta contro il lavoro minorile. Numerose diocesi e moltissime congregazioni religiose sono impegnate per sradicarlo, organizzando scuole, togliendo i bambini dalla strada, aiutando le famiglie”. Lo ha detto all’Agenzia Fides p. Babu Joseph Karakombil, portavoce della Conferenza Episcopale dell’India.
“Fra i più attivi in questo campo - racconta a Fides il sacerdote - sono i salesiani che hanno costruito in diverse aree del paese scuole e centri di formazione che accompagnano i ragazzi nello studio e insegnano loro una professione, utile poi per immettersi nel mondo del lavoro. La loro opera è davvero preziosa in questo campo. Molti altri ordini religiosi sono coinvolti in questo servizio, soprattutto attraverso l’istruzione: i Francescani, i Verbiti, i Gesuiti e numerose congregazioni femminili. Va notato, inoltre, che sono impegnate anche alcune organizzazioni di laici cattolici: un segno di maturità per la Chiesa indiana, che resta vigile e preoccupata per il fenomeno del lavoro minorile, agendo specialmente attraverso la Commissione Episcopale per i Giovani e quella per il Lavoro”.
P. Babu Joseph Karakombil spiega che “le ragioni del fenomeno sono essenzialmente dovute alla grande povertà delle famiglie. I ragazzi sono costretti a lavorare per aiutare l’andamento economico famigliare e spesso si prendono cura dei fratelli più piccoli. Nelle zone rurali vengono occupati in lavori agricoli; ma anche nelle aree urbane - dato l’alto costo della vita e i bassi salari - lavorano nelle fabbriche o in esercizi commerciali di diverso genere”.
“Il messaggio del Papa per la Quaresima - conclude - è stato recepito con entusiasmo dalle diocesi indiane e ha aumentato nella Chiesa indiana la consapevolezza di poter fare di più per tutelare l’infanzia. Cercheremo di collaborare con altre organizzazioni non cattoliche, per unire gli sforzi”.
Intanto anche il governo indiano ha rafforzato il suo impegno per combattere la piaga dello sfruttamento del lavoro minorile che, secondo dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), coinvolge in India circa 11 milioni di bambini. In cooperazione con l’Unione Europea e con l’OIL, il governo ha annunciato a febbraio il lancio di un programma di 40 milioni di dollari, per combattere il fenomeno dei bambini lavoratori. I destinatari saranno circa 80mila bambini impiegati nelle industrie di oltre 250 distretti produttivi indiani, soprattutto negli stati di Madhya Pradesh, Maharashtra, Uttar Pradesh e Tamil Nadu. Il progetto prevede di migliorare le capacità umane e sociali dei ragazzi e di offrire assistenza alle loro famiglie.
Numerose organizzazioni chiedono al governo indiano maggiore impegno e risorse più cospicue. Nel “Manifesto per la difesa dei bambini”, lanciato di recente dall’associazione CRY (Child Relief and You), che lavora da 25 anni in India per la tutela dell’infanzia, si afferma: “Dopo 57 anni di indipendenza, oltre 60 milioni di bambini indiani sotto i sei anni vivono al di sotto della soglia di povertà. Due milioni muoiono ogni anno entro il primo anno di vita e meno della metà dei bambini indiani fra i 6 e i 14 anni frequenta una scuola. Ribadiamo il diritto allo sviluppo e all’istruzione, il diritto alla salute e alla protezione per ogni bambino”.
(PA) (Agenzia Fides 13/3/2004 lines 51 words 554)


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