AFRICA/COSTA D’AVORIO - La terra al centro degli scontri a Ouragahio nel centro sud della Costa d’Avorio, che hanno provocato 8 morti e 11 feriti

venerdì, 5 marzo 2004

Abidjan (Agenzia Fides)-“Si tratta di un triste episodio di violenza quasi sicuramente legato a vendette per il possesso della terra” dicono all’Agenzia Fides fonti della Chiesa locale contattate in Costa d’Avorio dove almeno 8 persone sono state uccise e altre 11 sono rimaste ferite in un attacco condotto nella notte del 4 marzo contro un villaggio nei pressi di Ouragahio, nel centro sud del paese.
“Un fatto simile era avvenuto due mesi fa” ricordano le fonti di Fides. “Purtroppo, il possesso della terra genera passioni profonde nel paese. Si tratta di un problema che si trascina da molto tempo. Da decenni braccianti provenienti dai paesi vicini coltivano la terra che rimane in mano a cittadini ivoriani. In tutto questo tempo i braccianti hanno maturato diritti che non sono però riconosciuti. Esistono anche conflitti fondiari tra le stesse etnie ivoriane. Per esempio, solo l’etnia locale può possedere la terra in un determinato territorio, tutte le altre sono escluse”.
Dalle prime informazioni rilasciate dalle autorità sembra che le vittime appartengano all’etnia Bété, originaria della regione e alla quale appartiene il Presidente Laurent Gbabo. Gli autori dell’attacco sarebbero ivoriani originari di altre regioni che erano stati cacciati dal villaggio nel 2001, a seguito di un conflitto per la proprietà della terra.
I contadini cacciati dalle loro terre dall’etnia Bété sono rimasti nascosti nella foresta in attesa di consumare la loro vendetta.
La questione della proprietà terriera è stata discussa nei colloqui di Marcoussis (Francia) nel gennaio 2003, che hanno messo fine ai combattimenti tra esercito e guerriglia delle cosiddette “Forze Nuove”, che controllano il nord del paese. A Marcoussis non è stata messa in discussione la proprietà inalienabile della terra,che deve rimanere nelle mani dei vecchi proprietari, ma si sono introdotti meccanismi di compensazione a favore dei braccianti che da decenni coltivano i terreni senza ricavare guadagni adeguati. (L.M.) (Agenzia Fides 5/3/2004, righe 28 parole 336)


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