Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Alle ore 10.30 di questa mattina, Mercoledì delle Ceneri, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha presieduto nella Basilica Vaticana una Celebrazione della Parola con il rito della benedizione e imposizione delle Ceneri. Questo gesto penitenziale, “tanto caro alla tradizione cristiana”...“sottolinea la consapevolezza dell’uomo peccatore di fronte alla maestà e alla santità di Dio. Allo stesso tempo, ne manifesta la disponibilità ad accogliere e tradurre in scelte concrete l’adesione al Vangelo” ha spiegato il Santo Padre nella sua omelia.
Il Papa ha sottolineato come “i gesti esteriori di penitenza hanno valore se sono espressione di un atteggiamento interiore, se manifestano la ferma volontà di allontanarsi dal male e di percorrere la strada del bene” E’ questo del resto il senso dell'ascesi cristiana, che evoca l'immagine del salire verso mete elevate. “Ciò comporta necessariamente sacrifici e rinunce - ha proseguito Giovanni Paolo II -. Occorre, infatti, ridurre all'essenziale l’equipaggiamento per non appesantire il viaggio; essere disposti ad affrontare ogni difficoltà e superare tutti gli ostacoli per raggiungere l’obiettivo prefissato. Per diventare autentici discepoli di Cristo, è necessario rinunciare a se stessi, prendere la propria croce ogni giorno e seguirlo. E’ il sentiero arduo della santità, che ogni battezzato è chiamato a percorrere.”
Tra i mezzi che la Chiesa indica per camminare su questa via, il Papa ha ricordato l’umile e docile adesione al volere di Dio, accompagnata da incessante preghiera; le forme penitenziali tipiche della tradizione cristiana; i gesti concreti di accoglienza nei confronti del prossimo. Infine il Santo Padre ha ricordato il suo Messaggio per la Quaresima 2004, sulle difficili condizioni in cui versano tanti bambini nel mondo: “Molte e complesse sono le problematiche che investono il mondo dell’infanzia. Auspico vivamente che a questi nostri fratelli più piccoli, spesso abbandonati a se stessi, venga riservata la dovuta cura grazie anche alla nostra solidarietà. E’ questo un modo concreto di tradurre il nostro sforzo quaresimale.” (S.L.) (Agenzia Fides 25/2/2004 - Righe 25; Parole 337)