AFRICA/MOZAMBICO - Nel mondo 130 milioni di vittime dell’infibulazione, uno dei tanti volti di tortura e schiavitù femminile. Ogni anno due milioni di bambine rischiano la stessa sorte

martedì, 10 febbraio 2004

Roma (Aenzia Fides) - “Una pratica tradizionale dannosa per donne e bambine”: così un manuale di formazione della chiesa cattolica etiopica definisce la mutilazione di parte dei genitali femminili.
Mentre il tema appare sui quotidiani e nell’informazione on line, arrivano nuove conferme e notizie tragiche sul traffico di organi umani, soprattutto di bambini. Gravi anche le minacce e gli attentati alle persone che denunciano i casi, in particolare le Suore spagnole, Serve di Maria e una missionaria brasiliana a Nampula, capitale del nord del Mozambico.
Un gruppo di missionarie che in Africa hanno fatto della scuola e dell’educazione un mezzo privilegiato di lotta contro tali pratiche, ne parlano tra di loro.
L’infibulazione non è un valore culturale. E’ un problema che riguarda tutte le religioni, anche quella tradizionale. Come tante altre forme di schiavitù domina e sottomette la donna, fin da bambina. Il trauma fisico e psicologico delle diverse forme di infibulazione è tale da far soffrire la donna per tutta la vita.
Suor Italina Serato, con anni di esperienza in Uganda e ora impegnata a Milano nel settore Giustizia, Pace e Diritti umani, ha raccontato di aver seguito con grande interesse una missionaria venuta in noviziato a spiegare tutti i tipi di mutilazioni genitali femminili; di come le ragazze soffrivano e della denuncia presentata alle Nazioni Unite. Un’altra missionaria anziana, proveniente dall’Egitto, ha raccontato i drammi e le sofferenze a cui ha assistito, tra cui la terribile infibulazione. “Facevano loro il lavaggio del cervello, la consideravano un’usanza necessaria per diventare donne, adulte. Anche in Centrafrica ho visto la stessa pratica. Ci vuole molta informazione e tanta scuola per superare questa mentalità”, ha concluso la religiosa.
(AP) (10/2/2004 Agenzia Fides; Righe:25 Parole:303)

SCHEDA SULL’INFIBULAZIONE

In Italia le vittime delle mutilazioni sessuali sono da 30 a 50 mila. I Paesi in cui la pratica è più diffusa sono dieci, al primo posto c’è la Somalia con un totale di 3.773.000 donne mutilate, pari al 98%, poi il Gibuti con 196 mila donne mutilate pari al 98%, l’Etiopia e l’Eritrea con 24 milioni di donne coinvolte pari al 90%, la Sierra Leone con un milione di mutilate e la diffusione della pratica del 90%, il Sudan del nord con 9.220.000 casi pari all’89%. In Mali la diffusione è del 75% con 3.112.500 donne coinvolte, in Burkina Faso del 70% con 3.290.000, in Costa d’Avorio 3.750.000 pari al 60%, in Gambia 270 mila donne coinvolte pari al 60%. In Liberia infine, la diffusione è del 60% e sono 810 mila le donne mutilate. Questa “tradizione” è una “iniziazione ereditata dall’Egitto dei grandi faraoni e dai nuba, attuali sudanesi. E’ una pratica che stringe in una morsa tutta la fascia dell’Africa subsahariana in oltre 40 paesi ed “esportata” anche in occidente. (AP) (10/2/2004 Agenzia Fides; Righe:175 Parole:12)


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