OCEANIA/AUSTRALIA - “La Giornata Mondiale della Gioventù rappresenta una grande opportunità ed una risposta alle domande dei giovani” - Intervista dell'Agenzia Fides al Cardinale George Pell, Arcivescovo di Sydney, che si prepara ad accogliere i giovani di tutto il mondo

giovedì, 10 luglio 2008

Sydney (Agenzia Fides) - “Nel mio paese la Chiesa deve affrontare situazioni e fenomeni differenti”, afferma il Card. George Pell, Arcivescovo di Sydney, sede della Giornata Mondiale della Gioventù 2008, presentando la realtà della Chiesa australiana in un'intervista concessa all'Agenzia Fides. “Per quanto riguarda la pratica religiosa – prosegue il Cardinale –, questa oggi è certamente più alta negli anziani, anche se ci sono dei movimenti in controtendenza. Tra questi posso citare la pratica della 'Via Crucis', che in ogni diocesi sta registrando una crescente partecipazione di giovani. Sono segnali che ci fanno sperare”. L'intervista al Card. Pell fa parte del Dossier dedicato all'Australia che sarà pubblicato sabato 12 luglio dall'Agenzia Fides.

Qual è l'andamento delle vocazioni al sacerdozio?
Dipende dalle singole diocesi. Nell'arcidiocesi di Sydney abbiamo 50 seminaristi, un numero piuttosto adeguato per le necessità pastorali. Anche nei seminari di Melbourne e Wagga Wagga il numero degli iscritti è soddisfacente. Tra i religiosi invece c'è un calo. Penso che lì sia evidente una situazione difficile. A fronte di questo il numero dei giovani laici che decidono per alcuni anni di lavorare per la Chiesa è elevato. Abbiamo un buon numero di volontari.

Come rispondete alla secolarizzazione?
L'Australia ha gli stessi problemi degli altri paesi occidentali, ricchi e sviluppati. Di fronte alla secolarizzazione abbiamo puntato soprattutto sul nostro sistema educativo. Il 20% dei giovani australiani frequentano le scuole cattoliche. Io ho lavorato perché i giovani avessero un cappellano nelle loro università con cui parlare e confrontarsi e inoltre ho rinnovato completamente i testi dell'insegnamento religioso in tutte le classi, dalle elementari alle medie ai licei. Credo che una risposta passi necessariamente per l'educazione delle nuove generazioni. Anche per questo la Giornata Mondiale della Gioventù che si tiene a Sydney rappresenta una grande opportunità ed una risposta alle domande dei giovani.

L'Australia è stata per secoli una terra di missione. Oggi qual è il suo contributo per la missione nel mondo?
Abbiamo circa 300 missionari australiani che lavorano all'estero. In passato questo numero era superiore, grazie soprattutto ai religiosi presenti in Nuova Guinea, nelle isole del Pacifico e anche in Asia. Tra i gruppi di missionari più attivi posso citare i Christian Brothers, irlandesi, oggi presenti soprattutto in Africa con un lavoro magnifico.

Qual è l'azione della Chiesa per gli aborigeni e lo Stato come affronta il problema?
Il 26% degli aborigeni sono cattolici, quindi sono nostri fratelli e parte integrante della Chiesa. Le loro condizioni sono state sempre ben conosciute dalla Chiesa, che li ha più volte difesi dagli attacchi provenienti dalla società e a volte dallo Stato. Oggi la situazione è ancora difficile ma noi cerchiamo ugualmente di lavorare per loro. Il problema non è tanto la povertà ma una mancata integrazione nella cultura australiana. Questo porta ad un'incidenza alta per problemi come la tossicodipendenza, l'alcolismo, la pornografia. In questo devo dire anche che siamo aiutati molto dalla Chiesa Anglicana e dalle altre comunità protestanti.

Cosa si aspetta dalla GMG di Sydney?
Spero che la fede dei nostri giovani, e dei giovani di tutto il mondo, ne esca rafforzata e possano riconoscere Cristo come centro della loro vita. (A.M.) (Agenzia Fides 10/7/2008)


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