ASIA/PAKISTAN - “LA PACE COMINCIA DA NOI” DICE ALL’AGENZIA FIDES P. BERNARD INAYAT A CONCLUSIONE DELLA MARCIA PACIFICA ALLA FRONTIERA INDO-PAKISTANA – DICHIARAZIONE A FIDES DEGLI IMAM MUSULMANI ABDUL KHABEER AZAD E WAQAR-UL-HUSNAIN NAQVI

mercoledì, 14 gennaio 2004

Kasur (Agenzia Fides) – Una lunga marcia e veglia interreligiosa lungo la frontiera indo-pakistana, per sostenere la pace in Kashmir e il dialogo fra i due paesi a tutti i livelli. E’ l’iniziativa svoltasi il 13 gennaio nella zona di Kasur, al confine indo-pakistano del Nord, organizzata dalla Commissione per il Dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale del Pakistan, guidata dal frate cappuccino p. Francis Nadeem.
I primi spiragli di pace in Kashmir, dopo anni di duro conflitto, hanno rilanciato le speranze della popolazione locale. Dopo il cessate il fuoco dichiarato a dicembre, e dopo il recente incontro fra i capi di stato di India e Pakistan che hanno rilanciato il dialogo, il 22 gennaio, per la prima volta, il Vice Primo ministro Indiano Lal Krishna Advani riceverà i rappresentanti della All Party Hurriyat Conference, sigla che riunisce diversi movimenti e gruppi attivi in Kashmir, che chiedono l’indipendenza dall’India. Nonostante gli sforzi di pace, vi sono ancora episodi isolati di violenza, come quello avvenuto il 12 gennaio che ha visto la morte di 11 persone.
Ma questi attacchi provocati da gruppi integralisti, contrari a ogni disegno di pacificazione, non hanno scoraggiato i rappresentanti della comunità cristiana e musulmana in Pakistan, che hanno voluto salutare l’inizio del 2004 con una manifestazione di preghiera, speranza, riconciliazione.
Fonti di Fides presenti alla marcia per la pace hanno riferito che fedeli cristiani e musulmani hanno sfilato in preghiera con candele accese, piantando alla frontiera un simbolico ulivo di pace. Come ha detto a Fides p. Bernard Inayat, uno degli organizzatori, “l’iniziativa intende essere l’avvio di una nuova reciproca considerazione fra i cittadini di India e Pakistan: l’assemblea ha pregato per la popolazione e per i leader politici e civili. Ma la pace comincia da noi, dalla gente comune, di nostri pensieri e dalle nostre azioni”.
P Nadeem ha detto all’Agenzia Fides che “occorre sostenere con tute le forze il dialogo indo–pakistano: ogni cittadino, ogni organizzazione sociale, ogni gruppo politico è chiamato a cambiare atteggiamento, a riscoprire un approccio costruttivo, che porterà frutti a lungo termine. La pace potrà aiutare a combattere la povertà e incentivare lo sviluppo in entrambi i paesi”.
Fra i leader musulmani partecipanti, Abdul Khabeer Azad, imam sunnita di una moschea di Lahore, ha detto a Fides che “l’Islam è una religione pacifica e la comunità musulmana in Pakistan intende sostenere il processo di pace lanciato dal governo”.
Parlando a Fides, il leader sciita Waqar-ul-Husnain Naqvi ha notato che “con queste iniziative vogliamo manifestare ai governi che desideriamo la pace per la tormentata regione del Kashmir e che continueremo ad apprezzare i passi per promuovere la pace nel subcontinente indiano”. La cerimonia si è conclusa con il gesto di liberare alcune colombe bianche, come auspicio di pace, e con la lettura di una preghiera per la pace di San Francesco di Assisi.
(PA) (Agenzia Fides 14/1/2004 lines 47 words 460)


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