VATICANO - IL PAPA ALL’ANGELUS DELL’EPIFANIA: “LA STELLA, CHE CONDUCE A CRISTO I MAGI, RICHIAMA LA RICCA SIMBOLOGIA DELLA LUCE... DIO È LUCE E IL VERBO FATTO UOMO È LUCE DEL MONDO, LUCE CHE GUIDA IL CAMMINO DELLE GENTI”

mercoledì, 7 gennaio 2004

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Martedì 6 gennaio, solennità dell’Epifania del Signore, il Santo Padre Giovanni Paolo II si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli in piazza San Pietro. Nel suo discorso il Papa ha sottolineato il significato della stella che guidò i Magi a Betlemme ed ha ricordato lo storico pellegrinaggio di Papa Paolo VI in Terrasanta. “Nell’odierna festa dell’Epifania del Signore, il Vangelo di Matteo parla di una misteriosa "stella", che guidò i Magi fino a Gerusalemme e poi a Betlemme, dove adorarono il Bambino Gesù – ha spiegato il Santo Padre -. La stella, che conduce a Cristo i Magi, richiama la ricca simbologia della luce, molto presente nel Natale. Dio è luce e il Verbo fatto uomo è "luce del mondo", luce che guida il cammino delle genti.”
Proprio il 6 gennaio 1964, a Betlemme, nella Basilica della Natività, Papa Paolo VI “pronunciò parole memorabili” ha proseguito Giovanni Paolo II citando il suo Predecessore: "Noi guardiamo al mondo con immensa simpatia. Se il mondo si sente estraneo al cristianesimo, il cristianesimo non si sente estraneo al mondo". E aggiunse che la missione del cristianesimo in mezzo all’umanità è una missione di amicizia, di comprensione, di incoraggiamento, di promozione, di elevazione: una missione, cioè, di salvezza.”
Dal luogo che ha visto nascere il Principe della Pace, Paolo VI esortò i Responsabili delle Nazioni ad una sempre più stretta collaborazione per "instaurare la pace nella verità, nella giustizia, nella libertà e nell’amore fraterno": tale appello è stato rilanciato anche da Giovanni Paolo II che ha invocato l’intercessione di Maria Santissima, “stella dell’umanità pellegrinante nel tempo”.
(S.L.) (Agenzia Fides 7/1/2004 – Righe 21; Parole 287)


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