VATICANO - MISSIONARI E DIPLOMATICI, OPERATORI PER LA PACE NEL NOME DI CRISTO A TUTTI I LIVELLI

martedì, 30 dicembre 2003

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – L’assassinio del Nunzio Apostolico in Burundi Mons. Michael Aidan Courtney quasi conclude, alla fine del 2003, la lunga scia dei martiri per la causa del Vangelo, che ogni anno, a tutte le latitudini, rinnovano l’adesione a Cristo fino allo spargimento del sangue ed all’offerta della propria vita. Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose, laici sono tutti accomunati dal medesimo anelito: l’annuncio liberante di Gesù Cristo che ci introduce nel suo Regno di giustizia e di pace. Proprio questa intensa e sofferta opera di pacificazione tra fronti opposti, tra gruppi ed etnie, tra fazioni e bande, disturba chi invece vuole che la situazione rimanga la stessa. E così chi lavora per la pace diventa il primo bersaglio da rimuovere. E’ un’opera che comunque la Chiesa porta avanti con metodo a tutti i livelli, nella povertà delle sue strutture ma nella grandezza dell’eredità spirituale affidatale dallo stesso Gesù Cristo: dal missionario che cerca di ricomporre le fratture tra piccoli gruppi al Rappresentante della Santa Sede che svolge la stessa funzione a livello diplomatico e a tutti i livelli.
Ma questa azione pacificatrice della Chiesa disturba quanti prosperano su divisioni, odi e rancori, per interessi personali e di parte, speculando sulla povertà materiale e intellettuale di altri popoli. Così eliminare fisicamente un uomo di pace sembra la strada più rapida per arrestare un processo che, una volta finalmente avviato, difficilmente si fermerà. Ma è fin troppo facile indicare in qualcuna delle fazioni che si affrontano i colpevoli di tali delitti: molto spesso dietro a costoro si celano interessi di altri. Il mondo ha bisogno di molti altri Apostoli di pace che nel nome di Cristo, e comunque nel nome della Verità, a tutti i livelli, operino per ritrovarsi nella convivenza, nell’accettazione reciproca e nel progresso: questo non è solo un problema dell’Africa ma dell’umanità intera. (Agenzia Fides 30/12/2003 – Righe 21; Parole 305)


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