AFRICA/COSTA D’AVORIO - LA SITUAZIONE È ANCORA BLOCCATA. NUOVE TESTIMONIANZE DELL’OPERA DEI MISSIONARI PER ACCOGLIERE I PROFUGHI

giovedì, 24 aprile 2003

Abidjan (Agenzia Fides)-“Dopo sette mesi di guerra civile, la situazione politica in Costa d’Avorio non è affatto migliorata, nonostante tutti i tentativi di riconciliazione”: così un Missionario della Piccola Opera della Divina Provvidenza (Don Orione) descrive la situazione nel paese africano, sconvolto dal settembre scorso da una drammatica guerra civile. Il missionario opera nella città di Korhogo nel nord della Costa d’Avorio, occupata dai ribelli che si oppongono al presidente Laurent Gbagbo. Proprio a Korhogo, il 18 aprile, Venerdì Santo, tre missionari salesiani di origine spagnola sono stati maltrattati e arrestati per alcune ore da miliziani ribelli. I tre religiosi erano accusati di aver nascosto un evaso. Secondo fonti della Congregazione salesiana “i ribelli hanno picchiato i nostri tre padri per farli parlare e rivelare il nascondiglio del fuggitivo. Di fronte al silenzio dei nostri confratelli (visto che non sapevano dove si trovava la persona ricercata) i ribelli hanno ucciso il cane della missione e condotto i padri in un accampamento militare. Qui sono stati di nuovo colpiti e poi rinchiusi in diversi container assieme ad altri prigionieri e sotto un sole cocente. La gente della parrocchia si è subito mobilitata, avvertendo i preti delle altre parrocchie, le autorità ribelli, la Nunziatura e l’Ambasciata di Spagna. È partita una grande processione dietro la croce verso il campo militare. I ribelli hanno strappato la croce dalle mani del ragazzo che la portava, lo hanno picchiato e arrestato, disperdendo poi la folla. Dopo l’intervento del comitato parrocchiale finalmente i tre missionari sono stati liberati. Uno dei capi militari ha ricevuto i tre sacerdoti, porgendo le sue scuse per l’accaduto, spiegando che hanno difficoltà a mantenere la disciplina tra le proprie fila”.
Anche dall’ovest della Costa d’Avorio continuano ad arrivare drammatiche testimonianze. L’Agenzia Fides ha contattato P. Gerardo, SMA che opera nella cittadina di Tabou, nell’estremo sud-ovest del paese al confine con la Liberia. “Tabou è controllata dall’esercito governativo e per ora la situazione è tranquilla. I ribelli erano arrivati a 40 km da qui e la nostra missione che si trovava più a nord è stata saccheggiata” racconta il missionario all’Agenzia Fides “Abbiamo accolto diverse migliaia di profughi. I primi erano gli abitanti dei villaggi vicini, che poi hanno trovato una sistemazione presso i loro parenti. Sono arrivati poi i lavoratori stranieri, per lo più maliani e burkinabesi, che sono stati depredati di tutto da tutti. I cittadini del Mali sono stati rimpatriati da poco, ma rimangono almeno 1700 persone originarie del Burkina Faso, ospitati nella nostra missione. Tra loro vi sono diversi musulmani e cristiani di altre confessioni. Grazie alla solidarietà dei cristiani locali riusciamo a garantire ai rifugiati almeno un pasto al giorno con riso e pesce . Ora che sta arrivando la stagione delle piogge siamo costretti a farli dormire in chiesa”.
Sul piano politico, continua il braccio di ferro tra il Presidente e i ribelli per il controllo dei ministeri dell’Interno e della Difesa del nuovo governo di unità nazionale, che dovrebbe riportare la pace nel paese, ma questa appare però ancora lontana. (L.M.) (Agenzia Fides 24/4/2003 righe 40 parole 529)


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