VATICANO - IL MESSAGGIO PASQUALE DEL PAPA: “PROCLAMIAMO OGGI LA SPERANZA DELLA PACE... PACE IN IRAQ E NELLE ALTRE REGIONI DEL MONDO DOVE GUERRE DIMENTICATE E CONFLITTI STRISCIANTI PROVOCANO MORTI E FERITI”

mercoledì, 23 aprile 2003

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - "E' risorto dal sepolcro il Signore, che per noi fu appeso alla croce. Alleluia! Risuona festoso l'annuncio pasquale: Cristo è risorto, è veramente risorto!... Questo annuncio è il fondamento della speranza dell'umanità. Se infatti Cristo non fosse risorto, non solo sarebbe vana la nostra fede, ma vana sarebbe anche la nostra speranza, perché il male e la morte ci terrebbero tutti in ostaggio.” Così inizia il Messaggio pasquale che il Santo Padre Giovanni Paolo II ha pronunciato al termine della Santa Messa celebrata sul sagrato della Patriarcale Basilica Vaticana nella Domenica di Pasqua. Con il Papa hanno concelebrato il Cardinale Protodiacono Luigi Poggi e il Cardinale Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
"Pace a voi!". Questo è il primo saluto del Risorto ai discepoli; saluto che quest'oggi ripete al mondo intero. – ha detto il Santo Padre - Per tutti, specialmente per i piccoli e i poveri, proclamiamo oggi la speranza della pace, della pace vera, fondata sui solidi pilastri dell'amore e della giustizia, della verità e della libertà.” Ricordando la storica Enciclica del beato Papa Giovanni XXIII “Pacem in terris”, il Papa ne ha sottolineato la stringente attualità e ha proseguito: “Pace in Iraq! Con il sostegno della Comunità internazionale, gli Iracheni diventino protagonisti d'una solidale ricostruzione del loro Paese. Pace nelle altre regioni del mondo, dove guerre dimenticate e conflitti striscianti provocano morti e feriti tra il silenzio e l'oblio di non poca parte della pubblica opinione. Con profonda pena penso alla scia di violenza e di sangue che non accenna a finire in Terra Santa. Penso alla tragica situazione di non pochi Paesi del Continente africano, che non può essere abbandonato a se stesso. Ho ben presenti i focolai di tensione e gli attentati alla libertà dell’uomo nel Caucaso, in Asia ed in America Latina, regioni del mondo a me ugualmente care.”
Il Santo Padre ha quindi invocato l’aiuto di Dio per “essere liberati dal pericolo d'un drammatico scontro tra le culture e le religioni. La fede e l'amore verso Dio rendano i credenti di ogni religione artefici coraggiosi di comprensione e di perdono, pazienti tessitori di un proficuo dialogo interreligioso, che inauguri un'era nuova di giustizia e di pace.”
Infine il Papa ha esortato alla speranza: “Per quanto buio possa apparire l’orizzonte dell’umanità, oggi celebriamo il trionfo sfolgorante della gioia pasquale. Se un vento contrario ostacola il cammino dei popoli, se si fa burrascoso il mare della storia, nessuno ceda allo sgomento e alla sfiducia! Cristo è risorto; Cristo è vivo tra noi, realmente presente nel sacramento dell'Eucaristia.”
Ai fedeli radunati in Piazza San Pietro e a quanti lo ascoltavano attraverso la radio e la televisione, al termine del Messaggio Urbi et Orbi Giovanni Paolo II ha quindi inviato l’augurio pasquale in 62 lingue. (S.L.) (Agenzia Fides 23/4/2003 – Righe 33; Parole 485)


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