ASIA/INDIA - MALARIA: IN AREE FINORA ESENTI DALLA MALATTIA SONO STATI REGISTRATI CASI. PREOCCUPAZIONE PER ALCUNI RICOVERI DI CUI NON SI CAPISCE LA NATURA

venerdì, 14 novembre 2003

Roma (Agenzia Fides) - Negli ospedali indiani di Manimajra-Chinargarh e di Panchkula sono stati recentemente riportati più di 15 casi di malaria e 25 di febbre di natura da determinare. I casi di malaria provenivano da Burj Kotia a Pinjore. Dei 15 pazienti, 5 erano affetti da malaria da Plasmodium falciparum, un parassita raramente riscontrato in tutto il paese, che si sviluppa rapidamente nel corpo e i sintomi si manifestano di solito entro due settimane. Gli altri casi di malaria erano stati causati dal Plasmodium vivax esteso in tutta l'Asia, l'Africa, il Medio Oriente, l'Oceania e l'America; può provocare infezione e debilitare, ma raramente uccide.
Lo Stato di Haryana confina con gli stati di Punjab e Himachal Pradesh, e, dal mese di maggio fino alla fine di settembre il clima permette la trasmissione di P. falciparum. L´incidenza di malaria nell’area era inferiore ad un caso su 1000 abitanti negli anni 1986-1997, e l´area viene generalmente considerata a basso rischio per malaria. La stagione di trasmissione nell’area è al termine, ma l’infezione potrebbe riapparire l’anno prossimo.
Tuttavia, la malaria è praticamente assente dai programmi di ricerca biomedica sia privati che pubblici dei paesi industrializzati. Fino a una cinquantina di anni fa anche Europa e Stati Uniti si preoccupavano di studiare questa malattia da cui erano colpite anche alcune zone in Italia. L’introduzione del DDT ha poi portato al totale sradicamento della malattia in Italia e nel resto d’Europa, nonché negli Stati Uniti e negli altri paesi industrializzati. Purtroppo, però, i paesi più industrializzati e le grandi industrie farmaceutiche continuano a non investire adeguatamente nella prevenzione e nella cura della malaria perché non rappresenta un grande problema nei paesi ricchi. Su www.fides.org la distribuzione geografica della malaria nel mondo elaborata dall’OMS nel 2001. (AP) (14/11/2003 Agenzia Fides; Righe:25 Parole:314)


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