OCEANIA/AUSTRALIA - Il governo si scusa con gli aborigeni per la questione della “generazione rubata”

giovedì, 31 gennaio 2008

Canberra (Agenzia Fides) - Il governo australiano ha annunciato che presenterà le scuse formali agli aborigeni australiani per la questione della cosiddetta “generazione rubata”, come ha sottolineato il neoministro per gli Affari indigeni, Jenny Macklin, del governo del nuovo premier Kevin Rudd. Si spera che tale passo, atteso e discusso da molti anni, possa aiutare il processo di riconciliazione nazionale di integrazione delle minoranze aborigene nella società australiana.
Il fenomeno della stolen generation (“generazione rubata”) si riferisce alla pratica, in voga nel secolo scorso, per cui circa 100mila figli di coppie miste furono allontanati dalle loro famiglie, sulla base di politiche governative che ritenevano gli aborigeni in via di estinzione. Secondo un’inchiesta avviata nel 1997 e il rapporto “Bringing them home”, i bambini, strappati alle loro famiglie di origine e messi in orfanotrofi, subirono profonde sofferenze psicologiche, perdendo la loro identità e la loro cultura.
Il riconoscimento governativo, però, non potrà aprire la strada alle richieste di risarcimenti in denaro, ha detto il premier Rudd aggiungendo: “La nostra intenzione è quella di gettare le fondamenta di un ponte, basato sul rispetto, che unisca australiani indigeni e non indigeni. Poi potremo metterci al lavoro per colmare le differenze esistenti tra i due gruppi nel campo dell'educazione e della sanità”.
La Chiesa cattolica ha accolto con soddisfazione l’annuncio del governo, che si incammina in un sentiero di riconciliazione e di pace, da sempre una priorità per la comunità cattolica. I Vescovi in passato hanno invitato a promuovere iniziative che stabilissero ponti fra la cultura dominante e quella delle minoranze indigene, avviando progetti per lo sviluppo economico e sociale di quelle popolazioni, spesso abbandonate in situazione di povertà e analfabetismo.
La comunità cattolica ha sempre lavorato per l’armonia e la pace sociale, con progetti di sviluppo sociale, economico e culturale, gestiti da numerose comunità e congregazioni religiose (vedi il dossier Fides “Oceania: La missione ieri e oggi”, 12 e 19 marzo 2005).
Nella “Giornata per la Giustizia Sociale 2006”, la Chiesa ha portato l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema: “Il cuore del nostro paese: dignità e giustizia per i nostri fratelli e sorelle indigeni”, affermando che “quella degli aborigeni resta ancora una delle questioni più pressanti di giustizia nel nostro paese, ed è una sfida importante per la Chiesa”.
Fra i grandi esempi di apostolato sociale vi è Suor Mary MacKillop, prima australiana beatificata, che visse in Australia nel XIX sec e fondò le suore di San Giuseppe, ancora oggi molto impegnate per difendere i diritti delle comunità indigene e per promuovere il loro benessere e la loro integrazione nella nazione australiana. Le suore di San Giuseppe vivono oggi in mezzo alle comunità aborigene a Kimberly, Coober Pedy, Nuovo Galles del Sud e nei rioni periferici, ai margini delle principali città australiane. (PA) (Agenzia Fides 31/01/2008 righe 30 parole 307)


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