AFRICA/ZIMBABWE - “Annunciare la data delle elezioni senza concordarla con l’opposizione è una fuga in avanti che crea nuove divisioni”: timori per l’aumento della tensione

lunedì, 28 gennaio 2008

Harare (Agenzia Fides)-“È l’ennesima fuga in avanti del Presidente Mugabe e una dimostrazione del completo distacco del Capo dello Stato dal Paese reale” dice all’Agenzia Fides una fonte della Chiesa locale dallo Zimbabwe, dove il Presidente Robert Mugabe ha annunciato a sorpresa che le prossime elezioni generali (locali, parlamentari e presidenziali) si terranno il 29 marzo. “Il Paese è al collasso economico e sociale: ha bisogno di unità e di una guida che sia capace di mobilitare gli sforzi di tutti per uscire da questa situazione. Invece imponendo un calendario elettorale all’opposizione si creano nuovi contrasti e animosità, andando anche contro gli sforzi di mediazione condotti a livello internazionale” dice la fonte di Fides. “Al momento non vi sono proteste e la situazione nella capitale è calma. Probabilmente l’opposizione sta organizzando le proteste dei prossimi giorni” fa in tempo a dire la nostra fonte prima che la linea telefonica cada e non sia più possibile ristabilire il contatto. Nei giorni scorsi la polizia aveva disperso con i lacrimogeni le manifestazioni dell’opposizione e aveva detenuto per poche ore Morgan Tsvangirai, leader del Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC).
L’annuncio delle elezioni è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale: “In virtù dei poteri conferiti al Presidente, proclamo lo scioglimento del Parlamento alla mezzanotte del 28 marzo e stabilisco lo scrutinio sabato 29 marzo” recita il comunicato presidenziale.
L’MDC ha definito la decisione di Mugabe di tenere le elezioni il 29 marzo “un atto di follia e di arroganza”. L’MDC chiede prima del voto una revisione delle liste elettorali e la formazione di una commissione elettorale indipendente. Secondo il portavoce dell’MDC, Nelson Chamisa, la decisione di Mugabe di candidarsi per la sesta volta in un Paese che egli guida dal 1980 costituisce anche un affronto agli sforzi di mediazione tra il governo e l'opposizione effettuati dalla Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale (SADC). L'opposizione minaccia di boicottare il voto se Mugabe e il partito al potere, l'Unione Nazionale Africana dello Zimbabwe-Fronte Patriottico (ZANU-PF), continueranno ad ignorare le richieste per una revisione delle liste degli elettori e la creazione di una commissione elettorale indipendente. Mugabe era stato scelto come candidato presidenziale dal suo partito nel dicembre scorso durante il Congresso annuale dello ZANU-PF.
Nel frattempo l’economia del Paese è allo sfascio. Secondo la stampa locale le banche dello Zimbabwe sono in crisi di liquidità e prossime al collasso. L’inflazione ufficiale è dell’8.000% ma secondo esperti indipendenti in realtà si aggira intorno al 50.000%. L’80% della popolazione è disoccupata. (L.M.) (Agenzia Fides 26/1/2008 righe 30 parole 417)


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