AFRICA/SOMALIA - Si è spenta Mana Sultan, la “mamma” degli orfani, fondatrice del villaggio di Ayuub

giovedì, 20 dicembre 2007

Merka (Agenzia Fides) - La notizia è rimbalzata in Trentino dalla Somalia: è morta improvvisamente, a causa di un ictus, Mana Sultan Abdurahman Alì Isse, che nella cittadina di Merka, in Somalia, nel 1991 aveva creato assieme a don Elio Sommavilla, di Predazzo, il villaggio per gli orfani di Ayuub.
Mana Sultan, nata nel 1953, era figlia dell'ultimo sultano della cittadina di Merka, è spirata nella sua casa dopo essere entrata improvvisamente in coma. Da tempo aveva problemi di pressione e si era sottoposta a delle cure anche in Trentino. Oltre al suo impegno con ‘Water for Life’, Mana Sultan era una figura di riferimento importante a livello politico, e si stava adoperando con forza per favorire il dialogo fra le fazioni in lotta nel paese, in particolare fra governo e corti islamiche.
Di Mana era noto l'impegno per cambiare la cultura dominante del paese, che vuole le donne costantemente relegate ai margini. All'epoca delle trattative condotte a Nairobi dalle varie fazioni politiche e dai vari clan per dar vita al nuovo governo, conclusesi nel 2004, era riuscita persino ad ottenere che il 12% dei deputati al Parlamento provvisorio fossero donne. Mana si è battuta strenuamente contro le mutilazioni genitali, di cui sono vittima la maggior parte delle bambine. Ad Ayuub aveva sperimentato una nuova strada: sostituire l'infibulazione con una sorta di atto simbolico, che non provocava danni reali salvando il valore del rito.
Mana ricordava così la nascita del villaggio degli orfani di Ayuub. “Nel '91 avevo lasciato la città assieme a mia sorella e a mia figlia, che allora aveva 4 anni. Eravamo a Roma, e la tv cominciò a trasmettere le immagini dello sfacelo del paese, soprattutto della carestia, dei morti per fame. Così decisi di rientrare. All'epoca a Merka arrivavano migliaia di profughi dalle campagne. Alcuni avevano camminato per giorni, ed erano allo stremo delle forze. C'erano cadaveri ovunque, e bambini abbandonati. Il primo lo raccogliemmo proprio in centro città e lo portammo a casa nostra. Era attaccato al seno della madre, già morta. Non sapevamo nulla di lui, neanche il nome. Lo chiamammo Ayuub, Giobbe. Poi, dopo un po’, casa mia diventò troppo piccola. Decidemmo di costruire una sorta di villaggio di fortuna alle porte di Merka. Presto si riempì di oltre un migliaio di orfani, a cui cercammo di trovare delle madri adottive, donne che erano rimaste sole, senza mariti e famiglie, a causa della guerra.” Oggi quei bambini sono diventati adulti.
Le scuole create da ‘Water for Life’ in tutta la regione sono oltre una trentina, con circa 300 insegnanti stipendiati. Sono attivi attualmente 23 gemellaggi con altrettante scuole del Trentino. Inoltre centinaia di chilometri di canali per l'irrigazione sono stati resi funzionanti, dopo gli anni dell'abbandono e dell'incuria a causa della guerra.
(AP) (20/12/2007 Agenzia Fides; Righe:35; Parole:473)


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