ASIA/GIAPPONE - I martiri asiatici al centro dell’incontro fra Vescovi giapponesi e coreani

martedì, 18 dicembre 2007

Sapporo (Agenzia Fides) - L’esperienza del martirio è un elemento che, al di là delle differenze e delle difficoltà, unisce profondamente la Chiesa coreana e quella giapponese: è quanto hanno affermato i Vescovi giapponesi e coreani, riunitisi di recente a Sapporo (Giappone) per il 13° meeting di interscambio culturale e spirituale, incentrato sul tema “Il martirio in Corea e Giappone”.
I 13 Vescovi coreani sono stati ricevuti con calore dai Presuli giapponesi. A tutti è stata presentata la relazione del dott. Lee Won-soon, professore emerito all’Università di Seul, sul tema “La persecuzione della Chiesa”, mentre p. Francis Mizobe Osamu, responsabile della Commissione episcopale del Giappone per i processi di Beatificazione e Canonizzazione, ha illustrato l’itinerario verso la proclamazione dei 188 martiri giapponesi, nella celebrazione che si terrà nel novembre 2008 a Nagasaki.
I Vescovi si sono confrontati sulle modalità da seguire per vivere lo spirito dei martiri oggi, esprimendo la speranza “che la storia dei martiri del passato possa ispirare uomini e donne di oggi a rendere una autentica testimonianza cristiana nella società”.
Nella Beatificazione di 188 martiri giapponesi, la prima che si svolge in Giappone, a rappresentare il Santo Padre sarà il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. Dei 188 martiri, uccisi nel XVII secolo, 183 erano laici; vi sono poi cinque sacerdoti, fra i quali il Gesuita Petro Kibe. La Causa per la loro Beatificazione, iniziata negli anni ’80, si è conclusa il 1° giugno 2007 con l’approvazione della Congregazione per le Cause dei Santi e la firma di Papa Benedetto XVI. Fra i martiri del Giappone riconosciuti dalla Chiesa vi sono già Paolo Miki e i suoi compagni, Grazia Hosawaka, Ludovico Ibaragi, Michael Kozaki e Takayam Ukon.
La Chiesa coreana, da parte sua, venera i santi Andrea Kim Taegon e 103 compagni, martiri coreani, membri di una comunità che subì dure persecuzioni, canonizzati nel 1984 a Seul da Giovanni Paolo II, nella prima cerimonia di canonizzazione avvenuta fuori dal Vaticano. Il cammino di tanti altri martiri coreani, intanto, continua: nel 2004 si è aperta ufficialmente a Seul la fase diocesana di una nuova Causa di Beatificazione, quella del Servo di Dio Paul Yun Ji-chung e dei suoi 123 compagni, torturati e uccisi “in odium fidei” nel 1791. Nel 2006 la diocesi di Incheon ha iniziato la fase diocesana del processo di Beatificazione di John Song Hae-bung un laico missionario martirizzato durante la Guerra di Corea (1950-1953). Infine nel 2007 le diocesi coreane di Chunchon e Hamhung hanno iniziato le ricerche e le testimonianze per la fase diocesana del Processo di Beatificazione di alcuni martiri del XX secolo: sacerdoti e religiosi che morirono fra il 1940 e il 1950, mentre portavano avanti un’opera di evangelizzazione e di cura pastorale nelle aree di Gangwon-do e Hamgyeong-do. (PA) (Agenzia Fides 18/12/2007 righe 32 parole 324)


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