AFRICA/SUDAN - Soddisfazione del Segretario Generale dell’ONU per il rientro degli esponenti del sud Sudan nel governo di unione nazionale. Preoccupazione per il Darfur: mancano gli elicotteri per la forza di pace

venerdì, 14 dicembre 2007

Khartoum (Agenzia Fides)- Il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon si è felicitato per i progressi fatti nei negoziati tra il governo sudanese e i rappresentanti del sud Sudan. In una dichiarazione il Segretario Generale dell’ONU loda le due parti “per il loro impegno a preservare l’integrità dell’accordo comprensivo di pace (CPA) attraverso il dialogo e la collaborazione”.
L’accordo di pace del 2005 ha messo fine alla ventennale guerra tra il governo centrale e il Movimento per la Liberazione del Popolo Sudanese, che rappresenta soprattutto gli interessi delle popolazioni meridionali. In base alle intese, il SPLM fa parte del governo di unità nazionale. Due mesi fa però i rappresentanti del sud avevano abbandonato l’esecutivo (vedi Fides 12/10/2007)
L’11 dicembre la dirigenza del sud Sudan ha deciso di rientrare nel governo di unità nazionale, dopo un lungo incontro tra il Presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir, ed il suo vice, e presidente del Sud Sudan, Salva Kiir, che ha appunto dato mandato ai ministri che erano usciti dall’ esecutivo unitario di rientrarvi. Secondo fonti ufficiali, la maggioranza dei punti di scontro sono stati, se non risolti, avviati ad un utile confronto. In particolare, ci sarebbe un'intesa di massima sul ritiro delle truppe nel nord dal sud. Non è stato però ancora raggiunto un accordo sull’assegnazione della regione dell'Abyei, ricca di petrolio: non si sa se al nord o al sud.
“Si spera che la Presidenza accelererà la soluzione al problema di Abyei, che è essenziale per stabilire una solida base per la prossima fase del processo di pace” ha esortato il Segretario Generale dell’ONU nel suo messaggio.
Nel frattempo continua lo stallo della missione congiunta ONU/Unione Africana che dovrà dispiegarsi nel Darfur, nell’ovest del Sudan, a causa della mancanza di elicotteri, indispensabili per muovere in un territorio, in gran parte desertico, vasto quanto la Francia. Finora nessun Paese ha dato la sua disponibilità ad inviare i propri aeromobili. Una situazione stigmatizzata dagli attivisti per i diritti umani che sollecitano un pronto intervento della comunità internazionale per soccorrere le popolazione dell’area, vittima delle violenze e dell’indigenza. (L.M.) (Agenzia Fides 14/12/2007 righe 24 parole 344)


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