ASIA/PAKISTAN - Si attende la revoca dello stato di emergenza, mentre il paese si prepara alle elezioni di gennaio

giovedì, 13 dicembre 2007

Islamabad (Agenzia Fides) - Mentre la nazione attende con ansia il ritiro del provvedimento dello stato di emergenza, che il presidente Pervez Musharraf ha annunciato terminerà il 16 dicembre, la comunità cristiana in Pakistan continua a promuovere la democrazia, la libertà e i diritti umani nel paese. La Chiesa cattolica, in vista delle elezioni parlamentari di gennaio 2008, sta organizzando una campagna di sensibilizzazione per eliminare le discriminazioni nel sistema di voto.
Musharraf, dopo aver ceduto il comando dell’esercito ed essere divenuto Presidente civile della nazione, nel suo primo discorso al popolo ha annunciato la data di fine dello stato di emergenza e ha difeso la sua politica che, a suo dire, ha permesso al paese di restare unito e di non cedere “alle derive del terrorismo, dei mass media del sistema giudiziario”.
Nella situazione di tensione che tuttora attraversa il paese, la comunità cristiana è rimasta a fianco della popolazione civile, invocando libertà, giustizia, rispetto dei diritti fondamentali di opinione e di associazione. I Vescovi del Pakistan, che in un documento ufficiale hanno chiesto la revoca dello stato di emergenza e misure per l’affermazione della democrazia e dei diritti umani (vedi Fides 27/11/2007), hanno registrato la solidarietà dei Vescovi americani, che hanno diramato di recente una lettera di sostegno ai fratelli nell’episcopato in Pakistan.
Intanto il pensiero di tutti, anche delle minoranze religiose cristiane, indù, buddisti, sikh, è rivolto alle elezioni parlamentari previste l’8 gennaio 2008. Mente alcuni partiti democratici hanno annunciato il boicottaggio delle elezioni per protesta contro Musharraf, il voto rappresenta per le minoranze religiose l’ennesima occasione di denunciare il sistema elettorale discriminatorio in vigore nel paese.
Da oltre vent’anni, infatti, il sistema di voto suddivide gli elettori a seconda delle fede religiosa, riunendoli in 5 gruppi (islamici, cristiani, indù, ahmadi, e poi il gruppo che include sikh, buddisti e parsi), riservando un limitato numero di seggi alle minoranze e vietando ai cittadini di una religione di votare per candidati di un’altra fede. Nel 2002 Pervez Musharraf riuscì ad apportare una leggera modifica, permettendo ai cittadini non musulmani di votare anche i candidati musulmani, ma non riuscì ad abolire del tutto la regola, a causa delle forti pressioni dei partiti fondamentalisti islamici. I cittadini non musulmani non possono nemmeno essere eletti nel Senato.
La Chiesa cattolica ha sempre denunciato questo sistema che invece dovrebbe essere governato da regole laiche e considerare i cittadini tutti uguali, in quanto elettori, a prescindere dalla loro fede religiosa. Il Presidente dei Vescovi pakistani, Mons. Lawrence Saldanha, lo ha definito un sistema “iniquo e discriminatorio”. Nelle prossime settimane, fino alle elezioni di gennaio, la comunità cattolica ha previsto una serie di incontri e dibattiti, per ribadire ai leader politici pakistani la richiesta ufficiale di riformare il sistema elettorale, giovandosi del sostengo delle altre minoranze religiose e anche dei gruppi musulmani moderati.
(PA) (Agenzia Fides 13/12/2007 righe 32 parole 328)


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