AFRICA/NIGER - Il nord del Niger sconvolto dalle inondazioni e dalla guerriglia; sullo sfondo l’uranio…

mercoledì, 12 dicembre 2007

Niamey (Agenzia Fides)- Inondazioni e guerriglia stanno provocando un’emergenza umanitaria nel nord del Niger.
Da febbraio il Movimento Nazionale per la Giustizia (MNJ) ha lanciato una lotta armata per chiedere il riconoscimento delle rivendicazioni economiche e politiche delle popolazioni locali. La guerriglia ha disseminato di mine le strade e le piste principali della regione, isolandola dal resto del Paese. Un isolamento che si è accentuato da quando ad agosto e settembre sono iniziate piogge torrenziali che hanno distrutto le colture.
La popolazione locale, stretta tra i combattimenti e il disastro naturale, è stato costretta alla fuga.
Secondo le organizzazioni umanitarie internazionali, sarebbero 20mila le persone che hanno abbandonato i propri villaggi: 9mila a causa delle inondazioni e 11mila per sfuggire ai combattimenti tra l’esercito e i ribelli.
Il MNJ è formato da Tuareg, una popolazione nomade che vive tra Niger, Mali e Algeria, e si sente discriminata dai governi locali. Anche in Mali di recente un gruppo di Tuareg ha ripreso le armi contro il governo, anche se al momento non sembrano esserci collegamenti con la ribellione nel nord del Niger (vedi Fides 15/9/2007). Negli ultimi 10 mesi il movimento ha ucciso 49 soldati governativi. Negli scorsi giorni i ribelli hanno condotto agguati urbani a Tahoua (650 km nord-est della capitale Niamey) e a Maradi (550 km ad est di Niamey).
Nel nord del Niger vi sono importanti miniere di uranio, la cui importanza è accresciuta da quando, a seguito del forte rialzo del prezzo degli idrocarburi, diversi Paesi hanno avviato nuovi programmi per sfruttare l’energia nucleare. Tra questi vi sono pure alcuni Paesi nordafricani. La ribellione tuareg è quindi vista, da diversi osservatori, come una pedina in un gioco più complesso, dove ai fattori locali si aggiungono gli interessi di competitori internazionali per il controllo dell’uranio nigerino.
Il Niger produce 3mila tonnellate all’anno di uranio e negli ultimi 36 anni un consorzio a guida francese ha estratto dalle due miniere locali 100mila tonnellate di minerale. Ma la popolazione locale non ha beneficiato di questa ricchezza. Anzi, recenti studi dimostrano che il suolo e le acque delle aree dove sono situate le miniere sono pesantemente contaminate dal metallo pesante. Il governo di Niamey cerca di ottenere migliori condizioni di sfruttamento, concedendo nuove licenze di esplorazione ad aziende statunitensi, canadesi, cinesi, indiane e di altri Paesi. (L.M.) (Agenzia Fides 12/12/2007 righe 30 parole 386)


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