VATICANO - Modalità concrete della missione: evangelizzazione, inculturazione, implantatio della Chiesa(prima parte) - a cura di p. Adriano Garuti e Lara De Angelis

martedì, 11 dicembre 2007

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - L’attività missionaria consiste essenzialmente nell’evangelizzazione, alla luce del principio della inculturazione in mezzo ai popoli e ai gruppi che ancora non credono in Cristo. Proprio Paolo VI ha sottolineato la priorità dell’evangelizzazione e il suo carattere trascendente ed escatologico: “L'evangelizzazione conterrà sempre anche - come base, centro e insieme vertice del suo dinamismo - una chiara proclamazione che, in Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, morto e risuscitato, la salvezza è offerta ad ogni uomo, come dono di grazia e di misericordia di Dio stesso. E non già una salvezza immanente, a misura dei bisogni materiali o anche spirituali, che si esauriscono nel quadro dell'esistenza temporale e si identificano totalmente con i desideri, le speranze, le occupazioni, le lotte temporali, ma altresì la salvezza che oltrepassa tutti questi limiti per attuarsi in una comunione con l'unico ‘Assoluto’, quello di Dio; salvezza trascendente, escatologica, che ha certamente il suo inizio in questa vita, ma che si compie nell'eternità” (Evangelii Nuntiandi, n. 14).
A sua volta Giovanni Paolo II, convinto assertore della necessità di una nuova evangelizzazione ribadisce: “L’annuncio ha la priorità nella missione: la Chiesa non può sottrarsi al mandato esplicito di Cristo, non può privare gli uomini della buona novella che sono amati e salvati da Dio” (Redemptoris missio, n. 14). Pertanto l’evangelizzazione si radica nella natura stessa della Chiesa. Evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda è la manifestazione del piano di Dio nel mondo e nella storia. L’obiettivo finale della evangelizzazione è il conseguimento della gloria di Dio, per realizzare i suoi piani salvifici in Cristo L’evangelizzazione è l’annuncio dei contenuti evangelici e dei contenuti della fede. Bisogna distinguere l’incontro tra culture e l’incontro tra il Vangelo e le culture. Il termine inculturazione indica il processo di inserire il messaggio evangelico in un determinato ambiente socio-culturale, rispettando tutti i valori che siano conciliabili con il vangelo.
L’inculturazione è l’incarnazione del Vangelo nelle culture: alla luce dell’incarnazione del Verbo, la Chiesa si fa comunione, solidale con tutti i popoli e le culture, con l’intera famiglia umana. Il Vangelo penetra in maniera vitale nelle culture, si incarna con esse, superando i loro elementi culturali ed elevando il loro valore al mistero della salvezza che proviene da Cristo. Il significato del rapporto tra Vangelo e cultura è fissato una volta per tutte nel Signore Gesù, il quale incarnandosi ha assunto una cultura, un linguaggio, si è inserito nella vita di un popolo e gli ha annunciato il Vangelo del regno partendo dalla sua tradizione e dalle sue istituzioni religiose. L’inculturazione è necessaria perché il Vangelo continui a calarsi nella storia di ciascuna realtà ecclesiale, valorizzando l’insieme di aspetti validi in esse presenti alla luce dei quali sia possibile incarnare in esse il messaggio di Cristo.
Non esistono tempi facili per l’annuncio del Vangelo. Il nostro mondo è violento e ingiusto: ha bisogno di un’etica, ha bisogno di punti fermi, insegue l’avere e il potere, ha bisogno di un ritorno all’essere. Davanti a questo mondo frantumato la Chiesa è fragile e missionaria, tra Chiesa e mondo non c’è un rapporto di identificazione ma bensì di alterità. Possiamo affermare che la cultura moderna sia caratterizzata da due elementi importanti:la secolarizzazione e la modernità. Se da un lato la secolarizzazione ha il significato di una perdita della religiosità,la modernità si identifica come un tempo di distacco,di allontanamento e di rottura. (7 - continua) (Agenzia Fides 11/12/2007; righe 40, parole 577)


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