AMERICA/VENEZUELA - Il Venezuela respinge la riforma costituzionale: questo “no” significa anche “no” all'odio, alle divisioni, agli scontri e si trasforma in un “sì” alla pace e alla riconciliazione

martedì, 4 dicembre 2007

Caracas (Agenzia Fides) - Contrariamente alle indicazioni dei sondaggi, i no hanno prevalso seppure di strettissima misura: i voti contrari alla proposta di riforma hanno infatti superato di circa due punti percentuali quelli favorevoli. Le votazioni si sono svolte in un clima di tensione, ma senza incidenti di rilievo, con scarsa affluenza alle urne: l'astensione ha raggiunto il 44,9 per cento. Il Presidente ha accettato la sconfitta della proposta di riforma di 69 articoli su 350 della Costituzione del 1999, che gli avrebbe dato la cornice legale per instaurare il socialismo, permettere la sua rielezione ogni sette anni ed aumentare i suoi poteri.
Mons. Ubaldo Santana Sequera, Presidente della Conferenza Episcopale Venezuelana (CEV) ed Arcivescovo di Maracaibo, si è congratulato con il Venezuela per la lezione di senso civico impartita domenica con il referendum, e ha sollecitato la riconciliazione di tutti i settori. Secondo Mons. Santana, "con i risultati del referendum si apre una nuova opportunità in Venezuela affinché quelli che compongono i diversi settori del paese possano costruite strade di collaborazione, cercare i modi di risolvere gli scontri e lavorare insieme in un clima di riconciliazione e di pace".
Per il Presidente della CEV “questa giornata ci ispira a continuare a compiere il nostro dovere di lavorare a fianco di tutti i venezuelani affinché questo Natale possiamo viverlo nella tranquillità e nell'anno che viene possiamo creare vincoli tra i differenti settori". La CEV si offre come ambito per favorire l'incontro per il dialogo e l'intesa, particolarmente tra il governo e l'opposizione.
Da parte sua Mons. Ovidio Pérez Morales, Arcivescovo Emerito di Los Teques e Presidente del Concilio Plenario del Venezuela, in una dichiarazione ad Unión Radio ha detto che dopo la giornata di domenica si apre un nuovo capitolo nella storia della nazione: un capitolo che deve essere caratterizzato dalla parola “incontro”. “Il Venezuela non può essere lo stesso di prima, deve essere fortemente segnato dalla ricerca di quell'incontro". Secondo Mons. Pérez, questo incontro deve permettere di "cercare insieme, con le differenze che esistono tra gruppi politici, economici e culturali, il progresso e la felicità di questo paese".
Inoltre ha affermato che il “no” alla riforma della Costituzione espresso dai cittadini venezuelani significa anche un “no” all'odio, alle divisioni, ai confronti, ed ora si trasforma in un “sì” alla pace, alla riconciliazione". Ricordando che il referendum ha coinciso con la prima domenica di Avvento, "tempo caratterizzato dalla speranza", ha affermò che "ha una particolare risonanza il messaggio degli angeli a Betlemme che desiderano la pace per gli uomini di buona volontà. La pace è quella di cui ha bisogno questo paese. La grande maggioranza di questo paese desidera costruire la Nazione in pace, con accordi e nell’armonia, senza violenza. La pace non è un atteggiamento di coraggio o di passività, bensì di lavoro, di costanza e impegno per stabilire un fondamento fermo per il futuro del paese". (RG) (Agenzia Fides 4/11/2007; righe 35, parole 484)


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