AFRICA/CONGO RD - Offensiva dell’esercito congolese contro il generale ribelle Nkunda; per alcune fonti missionarie “siamo di fronte a una strategia complessa”

lunedì, 3 dicembre 2007

Kinshasa (Agenzia Fides)- L’esercito congolese è passato all’offensiva contro le truppe del generale ribelle Laurent Nkunda (vedi Fides 5/9/2007), nella regione di Goma, capoluogo del nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Secondo fonti della Missione delle Nazioni Unite in Congo, nella mattina di oggi, 3 dicembre, i soldati congolesi hanno attaccato diverse posizioni dei ribelli nella zona di Mushake, 40 chilometri da Goma.
Si tratta di un’offensiva preannunciata da qualche tempo e che ha forse ricevuto l’appoggio del governo statunitense, nel corso della visita a Washington del Presidente congolese, Joseph Kabila. La diplomazia statunitense in effetti aveva rivolto un appello al generale ribelle perché accettasse di andare in esilio. Il Vice Segretario di Stato per gli affari africani,Jendayi Frazer, ha riferito che uno dei suoi consiglieri ha parlato al generale Nkunda. “Gli abbiamo inviato un messaggio chiaro: che deve arrendersi, deve lasciare il Paese e deve invitare le sue forze a smobilitare. Fino a che il Presidente Kabila ha legittimamente il potere, ha tutto il diritto di utilizzare le sue truppe contro colui che è in primo luogo un generale ribelle”.
Alcune fonti missionarie, con lunga esperienza del Congo, fanno notare all’Agenzia Fides quanto riferito dalla stampa internazionale, particolarmente dal “Tageszeitung” (Germania) del 3 novembre. Secondo queste fonti esiste un complesso programma americano per la regione, incentrato su varie proposte. Uno: Laurent Nkunda andrebbe in esilio, provvisoriamente in Sud Africa. Due: una forza di rapido intervento, addestrata e comandata dagli americani, si incaricherebbe della caccia ai membri delle milizie rwandesi, responsabili dei massacri del 1994, rifugiatisi nella RDC, e che rappresentano uno dei fattori di destabilizzazione dell’area. Tre: la presenza americana costituirebbe una garanzia per la sicurezza dei tutsi del Nord-Kivu. Il generale Nkunda, infatti, afferma di essersi ribellato per contrastare un presunto piano contro le popolazioni tutsi che vivono nel Kivu. Quattro: gli Stati Uniti si impegnerebbero a riorganizzare le principali basi dell'esercito congolese, particolarmente quelle di Kamina e Kitona. Cinque: Washington aprirebbe un posto diplomatico permanente a Goma.
Certamente l’Africa riveste un ruolo sempre più importante per gli Stati Uniti, come dimostrato dai viaggi nel continente del Segretario alla Difesa, Robert Gates (giunto oggi a Gibuti), e di quello di Stato, Condoleezza Rice, (che domani sarà in Etiopia dove discuterà della situazione nel Corno d’Africa e nella regione dei Grandi Laghi). (L.M.) (Agenzia Fides 3/12/2007 righe 33 parole 415)


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