AFRICA/RWANDA - In occasione della chiusura dell’Anno Giubilare per i 25 anni delle apparizioni di Kibeho, celebrata dal Cardinale Ivan Dias: il punto sulla situazione ecclesiale del Rwanda

sabato, 1 dicembre 2007

Kibeho (Agenzia Fides)- “Siamo grati al Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, di aver presieduto la celebrazione per la conclusione dell’Anno giubilare in occasione dei 25 anni delle apparizioni della Vergine a Kibeho” dice all’Agenzia Fides Sua Eccellenza Mons. Augustin Misago Vescovo di Gikongoro, in Rwanda. Il 28 novembre Sua Eminenza il Cardinale Dias, ha presieduto nel Santuario di Kibeho la Messa di chiusura dell’Anno giubilare indetto a 25 anni dalle apparizioni della Madonna a Kibeho (vedi Fides 28/11/2007).
“Alla Messa erano presenti tutti i Vescovi del Rwanda, oltre 300 sacerdoti provenienti anche dai Paesi limitrofi (Burundi e la parte orientale della Repubblica Democratica del Congo)” dice Mons. Misago. “La partecipazione dei fedeli è stata grandissima: circa 35mila persone provenienti da tutto il Rwanda, da altri Paesi africani e persino dagli Stati Uniti”.
“La Messa, durata 5 ore, è stato molto sentita e partecipata: è stata un vero momento di Grazia per i partecipanti” afferma il Vescovo di Gikongoro.
Per quanto riguarda l’Anno giubilare, Mons. Misago sottolinea che “è stato sentito da tutti i rwandesi. Ogni mese era dedicato a una diocesi o un gruppo particolare di persone (giovani, associazioni di vita consacrata, associazioni di famiglie cattoliche, ecc…), che organizzavano pellegrinaggi, molto partecipati”.
Le apparizioni di Kibeho sono state riconosciute ufficialmente dalla Chiesa cattolica il 29 giugno 2001 dopo 20 anni di studio da parte di 2 commissioni, una medica e l’altra teologica, stabilite dal Vescovo locale. Sono state dichiarate valide solo le apparizioni a tre veggenti: Alphonsine Mumureke, Nathalie Mukamazimpaka e Marie Claire Mukangango. La Vergine si è presentata con il nome di “Nyina wa Jambo”, che nella lingua locale significa “la Madre del Verbo”.
Nel suo messaggio dell’8 settembre 2006, il Vescovo di Gikongoro, Mons. Augustine Misago, ha annunciato che le celebrazioni per il 25esimo anniversario della prima apparizione di Kibeho inizieranno il 28 novembre, festa di Notre-Dame di Kibeho, secondo un programma proposto dal comitato pastorale del santuario, che era stato inaugurato ufficialmente il 31 maggio 2003 dall’allora Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il Cardinale Crescenzio Sepe.
“Sono molto contento perché ho visto con quanto fede le persone che hanno preso parte alla processione alla successiva Messa” aveva dichiarato a Fides Mons. Misago in occasione dell’apertura dell’Anno giubilare. “Alle celebrazioni vi hanno partecipato l’intero collegio episcopale di Rwanda e Burundi, e migliaia di sacerdoti, religiosi e religiose e laici provenienti oltre che da tutto il Rwanda, da Burundi, Repubblica Democratica del Congo (Kivu), Tanzania e Uganda. Vi erano persino alcuni europei che venivano dal Belgio, dalla Polonia e della Germania”.
Mons. Misago, nel suo messaggio, ricorda che “per celebrare degnamente l’anno giubilare dobbiamo offrire atti concreti alla luce del messaggio di Kibeho”. Tra questi vi sono: “pregare secondo le intenzioni del Papa durante l’anno; rafforzare la partecipazione alla Messa con la comunione eucaristica; ricevere il sacramento della Riconciliazione; riconciliarsi con colui che consideriamo un nemico, chiedere perdono a coloro che abbiamo offeso, e perdonare quelli che ci hanno offeso; rispettarsi gli uni e gli altri, dando prova di tolleranza reciproca in famiglia, tra i vicini, al lavoro, nelle riunioni e in altre circostanze sociali; operare con coraggio per la verità e la giustizia per tutti, soprattutto nelle condizioni attuali dove la questione dei tribunali Gacaca (le corti popolari e tradizionali incaricate di giudicare le persone coinvolte nel genocidio del 1994), che devono essere ben gestiti per evitare che siano trasformati in forum d’ingiustizia e di regolamento di conti con la copertura della legge; moltiplicare gli atti di carità e di misericordia, soprattutto durante la Quaresima, sostenendo associazioni umanitarie come la Caritas e altre che perseguono scopi simili”.

Scheda: Le apparizioni di Kibeho

La Vergine appare a Kibeho per la prima volta il 28 novembre 1981 a Alphonsine Mumureke, una studentessa che all'epoca aveva 16 anni. Essa descrive la Madonna come una donna di una bellezza incomparabile, dal colore della pelle non ben definito. La ragazza vede la Madonna mentre serviva a tavola le compagne nel refettorio del collegio. I testimoni dell'episodio sentono la veggente parlare in francese, inglese, Kinyarwanda e altre lingue sconosciute. La Vergine si presenta dicendo "Ndi Nyina wa Jambo "("Io sono la Madre del Verbo")
II 29 novembre 1981 la Madonna appare di nuovo ad Alphonsine. Nel dicembre di quell'anno il fenomeno si ripete quasi tutti i sabati. All'inizio, Alphonsine è fatta oggetto di diffidenza e scherno da parte delle compagne, ma in seguito persone esterne alla scuola si interessano del caso. Così, a partire dal 16 gennaio 1982, si susseguono apparizioni, pubbliche nel cortile della scuola, e private, riservate solo alla veggente e alle alunne, nel dormitorio. L'ultima apparizione di Alphonsine è del 1989.
Il 12 gennaio 1982 la Vergine appare a Anathalie Mukamazimpaka, un'altra allieva che aveva 17 anni. La Vergine le appare per l'ultima volta nel dicembre 1983. Ma l'apparizione più sorprendente è quella del 2 marzo 1982. Quel giorno, infatti, la Madonna si manifesta a Marie-Claire Mukangango (21 anni all'epoca), una delle alunne più scettiche. Le sue apparizioni durano 6 mesi.
Nel corso delle visioni le 3 ragazze hanno ricevuto diversi messaggi. Il 15 agosto 1982, le veggenti assistono a quello che è stato interpretato come la prefigurazione del genocidio rwandese; la Vergine appare in lacrime e le ragazze vedono "un fiume di sangue, persone che si uccidevano a vicenda, cadaveri abbandonati senza che nessuno li seppellisse, un albero tutto di fuoco, un baratro spalancato, un mostro, teste decapitate." In altre visioni, però, la Vergine appare sorridente e invita gli uomini ad amarla come madre premurosa dei suoi figli ("Non bisogna avere paura della mamma" dice Maria). Gli uomini sono chiamati alla conversione, alla preghiera (soprattutto la recita del Rosario), all'umiltà e all'amore verso il prossimo. Le veggenti hanno anche visto l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso.
Queste apparizioni sono state approvate dal Vescovo di Gikongoro, Sua Ecc. Mons. Augustin Misago, nella cui diocesi si trova Kibeho, con una dichiarazione resa pubblica il 29 giugno 2001. Altri 4 veggenti (un ragazzo e 3 ragazze) hanno dichiarato di avere avuto visioni della Madonna e di Gesù, ma le loro visioni non sono state riconosciute. Dal 1982 a Kibeho si sono succeduti pellegrinaggi, guarigioni e conversioni.
La Vergine mi ha insegnato a pregare la corona del Rosario dei 7 dolori perché diceva che si stava preparando una tragedia per il Rwanda”. Così Nathalie Mukamazimpaka, una delle tre veggenti di Kibeho, in Rwanda, ricorda il monito che la Vergine rivolse durante le sue apparizioni.
“La Madonna ci ha chiesto di cambiare il nostro stile di vita, di amare i sacramenti, di fare penitenze, di pregare incessantemente recitando il Rosario dei 7 dolori per la conversione del cuore di coloro che si sono allontanati da Dio, e di essere umili chiedendo perdono e perdonando” aggiunge Nathalie.
“Il perdono è un elemento centrale del messaggio evangelico” commenta a Fides Mons. Augustine Misago, Vescovo di Gikongoro. “Senza il perdono infatti non si può costruire una società fondata sul Vangelo. Anzi senza il perdono non può esistere una società sana ma solo una società dilaniata”.
Mons. Misago ricorda lo stupore e il senso di inquietudine generato dal racconto delle veggenti: “Adesso possiamo dire che c’è stata una predizione del dramma rwandese, ma ricordo che il 15 agosto 1982 , alla festa dell’Assunzione, i veggenti invece di vedere la Vergine piena di gioia, sono stati testimoni di visioni terribili, spaventose, cadaveri dai quali sgorgavano copiosi fiotti di sangue, abbandonati senza sepoltura sulle colline. Nessuno sapeva che cosa significavano queste terribili immagini. Ora si può fare una lettura degli avvenimenti e pensare che poteva essere una visione di quello che sarebbe successo in Rwanda ma anche nella regione dei Grandi Laghi dove il sangue scorre in Burundi, in Uganda e nella Repubblica Democratica del Congo”.
Il Vescovo di Gikongoro aggiunge però che il messaggio della Vergine a Kibeho riguarda tutta l’umanità. “Occorre una conversione dei cuori per ottenere maggiore giustizia. Viviamo in una situazione di squilibrio mondiale dove i ricchi continuano ad arricchirsi e i poveri a impoverirsi. È una situazione vergognosa che ciascuno deva valutare secondo la propria coscienza”.

La Chiesa in Rwanda

“I giovani sono il futuro della Chiesa e del Rwanda. Dobbiamo puntare su di loro se vogliamo guarire le ferite del passato”. Così mons. Alexis Habiyambere, S.I. Vescovo di Nyundo e Presidente della Conferenza Episcopale del Rwanda, descriveva in un’intervista a Fides le prospettive della Chiesa in Rwanda.
“La Chiesa è fortemente impegnata nel processo di riconciliazione nazionale. In particolare la Commissione Giustizia e Pace svolge un ruolo molto importante, così come a livello formativo, le scuole cattoliche svolgono una preziosa funzione per educare le nuove generazioni al rispetto e all’amore dell’altro. I movimenti della gioventù cattolica svolgono un compito di aggregazione e di formazione di bambini e ragazzi di tutte le etnie” dice il Presidente della Conferenza Episcopale Rwandese.
Sulle prospettive future della Chiesa mons. Habiyambere afferma “La Chiesa rwandese è una realtà viva. I fatti del 1994 non hanno segnato la fine della spiritualità della popolazione locale, come alcuni commentatori avevano pronosticato, ma anzi l’ha rafforzata. La maggior parte del clero e dei religiosi sono rwandesi e abbiamo riscontrato un aumento delle vocazioni. Abbiamo il problema dei seminari pieni che andrebbero ampliati non il contrario!” “In questo contesto la presenza dei missionari rimane importante soprattutto nell’ambito sanitario ed educativo” prosegue il Vescovo. “La forte richiesta di spiritualità dei rwandesi è anche alla base della diffusione delle sette, che offrono un messaggio più facile da comprendere di quello cristiano e scendono spesso anche a compromessi sul piano morale. Questo però è un problema che non riguarda solo il Rwanda ma tutta l’Africa e anche tante altre parti del mondo” conclude il Vescovo.
Tra le iniziative della Chiesa cattolica per favorire la riconciliazione nazionale e promuovere la pace vi è il progetto di pace Apax, ideato e realizzato da Suor Donata Uwimanimpaye direttrice del collegio di Muramba, in Rwanda.
Il progetto Apax è stato totalmente ideato, creato e gestito da persone rwandesi, ed è nato per rispondere alle esigenze della popolazione locale. Il programma è suddiviso in diversi microprogetti che vanno dalla pratica delle non violenza evangelica, alla costruzione di una fabbrica di candele e preparazione alla risoluzione dei conflitti.
Promotrice e animatrice del progetto, Suor Donata Uwimanimpaye, è una religiosa rwandese laureata all’Università di Friburgo, in Svizzera, dove si trovava nel 1994 all’epoca del genocidio rwandese. La religiosa ha presentato una tesi di laurea intitolata “Preparazione alla mediazione dei conflitti”. Ora la religiosa vuole mettere in pratica gli insegnamenti appresi all’università per promuovere la mediazione dei conflitti e di gestione delle tensioni sociali, attraverso un’insieme di tecniche sviluppate in Svizzera e negli Stati Uniti a partire dal 1999.
Il progetto Apax coinvolge diversi giovani professori che hanno costituito piccoli circoli in tutto il Paese. Il progetto d’educazione cristiana ai valori della pace è pienamente conferme con gli obiettivi della Commissione nazionale rwandese per l’unità e la riconciliazione.
Alcuni dati sulla Chiesa cattolica in Rwanda (fonte: Annuario Statistico della Chiesa 2005). Su Una popolazione di 9 milioni di abitanti i cattolici sono 4.249000 distribuiti su 9 diocesi con 149 parrocchie. Vi sono 10 Vescovi, 445 sacerdoti diocesani, 126 sacerdoti religiosi, 170 religiosi professi e 1.455 religiose. I catechisti sono 4.345. La Chiesa cattolica gestisce 137 scuole materne con 38.648 bambini; 1.232 scuole primarie con 892.434 alunni; 131 scuole secondarie con 61.351 studenti, 16 ospedali, 87 dispensari. (Agenzia Fides 1/12/2007 righe 153 parole 1926)


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