ASIA/SRI LANKA - “NELLA CRITICA SITUAZIONE DELLO SRI LANKA LA CHIESA TENTA UNA MEDIAZIONE PERCHÈ LA TENSIONE NON DIVENTI VIOLENZA” DICE ALL’AGENZIA FIDES IL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE

mercoledì, 5 novembre 2003

Colombo (Agenzia Fides) – La Chiesa cattolica dello Sri Lanka prova ad agire da ponte fra le parti politiche che si fronteggiano, mediando con impegno e con realismo. Lo ha detto all’Agenzia Fides mons. Oswald Gomis, Arcivescovo della capitale Colombo e Presidente della Conferenza Episcopale dello Sri Lanka. “Cerchiamo di costruire un ponte fra i due gruppi politici che stanno confrontandosi. Partecipiamo agli incontri, speriamo di riuscire a dare un contributo per una mediazione”, ha spiegato mons. Gomis, commentando la difficile situazione che sta vivendo il paese, attraversato da un conflitto istituzionale fra la presidente Chandrika Kumaratunga e il Primo Ministro Ranil Wikramasinghe. “In questo momento critico la gente è preoccupata, ma non ci sono esplosioni di violenza. Le comunità cristiane, inoltre, pregano perchè il paese abbia un futuro di pace”, ha sottolineato l’Arcivescovo. “Non posso dire di essere ottimista”, ha aggiunto “ma faremo il possibile per riportare un clima di serenità”.
Mentre il Primo Ministro è in visita negli Stati Uniti, la Presidente, utilizzando i poteri conferitigli dalla Costituzione, ha dimissionato i Ministri della Difesa, degli Interni e delle Comunicazioni, avocando a sè le cariche. Ha poi sospeso il Parlamento per due settimane e dichiarato lo stato di emergenza, spiegando il suo gesto con la necessità di dare sicurezza e la stabilità al paese e non fare errate concessioni ai guerriglieri tamil. Lo Sri Lanka è stato devastato dal 1985 da un guerra civile fra esercito regolare e il fronte del Liberation Tiger of Tamil Eelam (LTTE), interrotta da un cessate il fuoco firmato nel febbraio 2002, a cui hanno fatto seguito diverse sessioni di negoziati di pace.
Le trattative erano da alcuni mesi in una fase di stallo, ma alcuni giorni fa i guerriglieri tamil hanno presentato un piano globale per la soluzione del conflitto che prevede l’istituzione di una autorità governativa ad interim nelle zone del Nord dell’isola controllate dai ribelli. Secondo il piano, l’autorità avrebbe poteri di imporre tasse, mantenere l’ordine, controllare il commercio con l’esterno, in un quadro di sistema federale. I tamil hanno chiesto alla Norvegia, che sta mediando nel conflitto, di organizzare incontri per discutere il piano, che era stato accolto da esponenti governativi e diplomatici come una nuova speranza di pace per lo Sri Lanka.
Alcuni ministri del governo di Wikramasinghe hanno incontrato i leader tamil mostrandosi possibilisti, ma questo gesto è stato interpretato dalla Presidente Kumaratunga come un cedimento troppo grande alla guerriglia e come una volontà del partito del Premier di modificare l’assetto costituzionale dello stato. Il Primo Ministro, al canto suo, ha accusato la Presidente di portare caos e anarchia nello stato.
Il paese subisce le conseguenze politiche di una difficile coabitazione fra un Presidente che appartiene allo Sri Lanka Freedom Party e un Primo Ministro alla guida di un altro partito, lo United National Front, che ha una stretta maggioranza in Parlamento. In questo clima di incertezza politica, gli osservatori vedono il pericolo di scioglimento del Parlamento (che sta nei poteri della presidenza) ed elezioni anticipate, il che accadrebbe per la terza volta in quattro anni.
(PA) (Agenzia Fides 5/11/2003 lines 48 words 534)


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