AFRICA/COSTA D’AVORIO - VEDIAMO CRESCERE L’ODIO NEL CUORE DELLE PERSONE. QUANTA FATICA PER RICOSTRUIRE LA CULTURA DELLA PACE NEL PAESE” DICONO I MISSIONARI

giovedì, 30 ottobre 2003

Abidjan (Agenzia Fides)- “Continua a crescere l’odio nei cuori delle persone, mentre i politici continuano a discutere” dice all’Agenzia Fides un missionario contattato in Costa d’Avorio, ancora divisa tra la zona controllata dai ribelli e quella in mano al governo, dopo la guerra civile scoppiata nel settembre 2002.. “Lo vediamo nella nostra attività pastorale. Molti nostri parrocchiani si astengono dai sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia. Quando chiediamo il motivo di questa scelta, molti ci rispondono: ‘ come posso avvicinarmi ai sacramenti se provo odio verso chi mi ha tolto tutto?’. Spesso riusciamo a convincere queste persone a riconciliarsi con il Signore, ma è un lavoro molto difficile”. “È umanamente comprensibile il risentimento di queste persone, che a causa della guerra hanno perso casa e lavoro e ora sono costretti a elemosinare per vivere. È una condizione umiliante per persone che hanno lavorato duramente per costruirsi un futuro e che si sono visti depredare di tutto all’improvviso” dicono i missionari.
“Tutto questo accade mentre la situazione politica rimane bloccata: il campo governativo appare diviso e i ribelli trovano sempre nuove scuse per bloccare gli accordi di pace. In realtà vogliono le dimissioni del Presidente Gbagbo” affermano i religiosi. “Cresce la diffidenza anche nelle file dell’esercito governativo dove i militari non si fidano l’uno dell’altro. Diversi di loro si chiedono: ‘ in caso di attacco ribelle, il mio compagno sparerà al nemico oppure a me?’”.
Il Presidente Gbagbo deve anche ricucire i rapporti con la Francia, l’ex potenza coloniale che controllava il paese, dopo l’uccisione di Jean Helene corrispondente di Radio France International (vedi Fides del 22 ottobre 2003). “Stampa e televisione governativi hanno riportato con grande enfasi un recente accordo tra Costa d’Avorio e alcuni paesi arabi per la costruzione dell’autostrada tra Abidjan e Yamoussoukro, in modo da sottolineare il fatto che il paese non ha bisogno di Parigi per continuare sulla strada dello sviluppo” affermano i missionari.
Un altro segnale del deterioramento della situazione è l’assalto alla filiale di Korhogo della Banca Centrale dei Paesi dell’Africa Occidentale (BCEAO) sventato dalla reazione delle forze ribelli che controllano la zona. Korhogo si trova nel nord-est del paese al confine con il Burkina Faso e gli assalitori sarebbe uomini di un ex capo ribelle, che da tempo non vive più in Costa d’Avorio.
Per cercare di superare lo stallo nell’applicazione degli accordi di pace firmati in Francia nel gennaio scorso, i Presidenti di Ghana e Nigeria sono attesi oggi in Costa d’Avorio. I due presidenti chiederanno al capo di stato ivoriano di affrontare i seguenti punti per venire incontro alle richieste dei ribelli: riforma della costituzione, della legge sulla nazionalità e di quella sulla proprietà terriera per permettere agli immigrati di comprare in modo più semplice beni fondiari in Costa d’Avorio.
(L.M.) (Agenzia Fides 30/10/2003, righe 38 parole 486)


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