ASIA/PAKISTAN - Rilasciati 54 attivisti per i diritti umani, arrestati dopo la proclamazione dello stato di emergenza: Musharraf promette il ritorno alla normalità

mercoledì, 7 novembre 2007

Islamabad (Agenzia Fides) - Mentre la tensione non si placa e le manifestazioni proseguono, il Pakistan è ancora destabilizzato e scioccato dall’ultimo “golpe bianco” del presidente in carica, il gen. Pervez Musharraf, che ha proclamato lo stato di emergenza. Intanto le pressioni interne della società civile e quelle della comunità internazionale si fanno più forti: per questo uomini vicini al generale hanno annunciato ieri che la situazione di emergenza “durerà tre-quattro settimane”, promettendo il ritorno alla normalità. Come segnale di questa disponibilità, il governo ha disposto il rilascio di 54 attivisti per i diritti umani arrestati nei giorni scorsi, mentre partecipavano a una riunione di un forum di organizzazioni della società civile (vedi Fides 6/11/07). Lo ha annunciato, in un nota inviata a Fides, la Commissione per lo Sviluppo e i Diritti umani in Pakistan, associazione impegnata in prima linea per difende le libertà fondamentali dei cittadini nel paese. I militanti sono stati interrogati e trattenuti per due giorni, con l’accusa di essere dei sovversivi. Erano invece riuniti per discutere le ripercussioni dello stato di emergenza sul rispetto dei diritti umani nel paese.
Musharraf, infatti, ha contestualmente sospeso la Costituzione e destituito il giudice della Corte suprema Iftikhar Chaudry, che ha lanciato un appello per la democrazia e la resistenza. Chaudry è il simbolo della lotta democratica al potere militare di Musharraf. Si trova agli arresti domiciliari con altri elementi ritenuti “pericolosi”, come magistrati, avvocati, giornalisti, attivisti per i diritti umani, oppositori politici.
Intanto la leader dell’opposizione, Benazhir Bhutto ha annunciato una dimostrazione del suo Partito Popolare Pakistano (Ppp) per il 9 novembre, ma ha evitato di allinearsi con il movimento degli avvocati, avanguardia della protesta civile in Pakistan.
Sull’emergenza democratica in Pakistan ha diffuso un appello anche l’organizzazione “Christian Solidarity Worldwide”, che difende i diritti delle minoranza cristiane in tutto il mondo. CSW ha chiesto il ripristino delle libertà democratiche fondamentali nel paese, invitando il presidente Musharraf a prendere misure contro l’integralismo islamico dilagante e a non penalizzare quanti nel paese difendono i valori civili, lo stato di diritto, le libertà individuali. (PA) (Agenzia Fides 7/11/2007 righe 28 parole 289)


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