AFRICA/UGANDA - Il petrolio accende la disputa tra le popolazioni dell’ovest dell’Uganda per il controllo della terra

martedì, 17 luglio 2007

Kampala (Agenzia Fides)- La scoperta di petrolio nell’ovest dell’Uganda rischia di trasformare le dispute tra agricoltori e allevatori per il controllo dei pascoli in incidenti più seri per mettere le mani sulla “manna” petrolifera. Lo riferisce il Daily Monitor secondo il quale 25 miglia quadrate di un terreno da tempo al centro di una lite tra la popolazione locale Bagungu e i pastori Balaalo fa parte di una striscia di territorio di 55 km nella quale si avvieranno presto delle prospezioni petrolifere.
Secondo le compagnie coinvolte vi sono ottime possibilità che nel territorio conteso vi sia una vasta riserva di petrolio. I Bagungu e i Balaalo sono da tempo in lite per avere il diritto esclusivo di sfruttamento del territorio, che è di proprietà comune. I primi vogliono sfruttarlo per coltivarvi del cotone, i secondi per utilizzarlo come pascolo per i loro armenti.
Ora la prospettiva di avere diritto a una percentuale sullo sfruttamento del greggio ha reso la disputa ancora più aspra. Entrambe le popolazioni vogliono avere il diritto esclusivo sul territorio in modo da ottenere una percentuale sul petrolio.
Vi sono già stati degli scontri che hanno causato alcune vittime. La polizia ha dispiegato un dispositivo di sicurezza nell’area con posti di blocco ogni due chilometri.
Secondo le stime nell’area vi sono riserve per circa 973 milioni di barili di petrolio oltre a una notevole quantità di gas.
Il petrolio finora trovato in Uganda è considerato di buona qualità, “leggero” facile da trasportare con un oleodotto fino al porto di Mombasa in Kenya. La pipeline verrà costruita se le compagnie petrolifere riterranno che la quantità di petrolio ugandese è sufficiente per l’esportazione. In ogni caso, il greggio può servire il mercato locale, ugandese, ma anche dei Paesi vicini, Tanzania e Kenya. Per questo motivo è in costruzione una piccola raffineria che fornirà paraffina e carburante diesel.
Lo sfruttamento del greggio ugandese è reso difficile anche dalle preoccupazione ambientali. Non si vuole infatti danneggiare l’ecosistema della foresta pluviale che nasconde una notevole varietà di piante e animali (che rappresentano pure un tesoro genetico, con potenziali sviluppi anche in campo farmaceutico) e soprattutto si teme un versamento del greggio nelle riserve idriche locali, tra le più importanti dell’Africa. (L.M.) (Agenzia Fides 17/7/2007 righe 32 parole 377)


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