AFRICA/BURUNDI - Il ritorno di 150mila rifugiati burundesi al centro della visita del Presidente della Tanzania, Jakaya Kikwete in Burundi

giovedì, 21 giugno 2007


Bujumbura (Agenzia Fides)- La questione dei rifugiati burundesi ancora presenti in Tanzania è stata al centro della visita in Burundi che il Presidente della Tanzania, Jakaya Kikwete, conclude oggi, 21 giugno. Il Presidente Kikwete è stata accolto con calore dalla popolazione burundese che ricorda l’importante ruolo che la Tanzania ha avuto e continua ad avere nel riportare la pace del Paese.
Il governo di Dar es Salaam intende rinviare in Burundi entro il 31 dicembre 2007 circa 150mila rifugiati che da almeno un decennio vivono in Tanzania, a seguito della guerra civile scoppiata nel 1993 e conclusa con gli accordi di pace firmati proprio nella capitale tanzaniana nel 2003.
Il Capo di Stato tanzaniano afferma che in Burundi si sono ormai create le condizioni politiche e di sicurezza che permettono il ritorno dei rifugiati. L’annuncio del Presidente tanzaniano ha però suscitato preoccupazione in Burundi. Secondo il Presidente del Fronte per la Democrazia del Burundi (FRODEBU, il principale partito d’opposizione), Léonce Ngendakumana, il ritorno di centinaia di migliaia di persone nel giro di pochi mesi potrebbe innescare una nuova crisi sociale e politica in un Paese che è appena uscito da una guerra civile decennale. Il problema principale è costituito dai potenziali conflitti per il possesso della terra. I rifugiati andandosene dal Paese hanno lasciato le loro proprietà fondiarie sulle quali, nella maggior parte dei casi, si sono insediate nuove famiglie.
Secondo il capo dell’opposizione, un rimpatrio massiccio e improvviso, condotto senza la necessaria preparazione, rischia di far esplodere un vero e proprio conflitto per il controllo delle terre contese. Un altro politico burundese, il leader dell’Unione per il Progresso Nazionale (UPRONA, l’ex partito unico) ha auspicato un “ritorno su base volontaria e organizzato” dei rifugiati, come previsto dalle convenzioni internazionali in materia. In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che si è tenuta ieri, 20 giugno, il Ministro burundese dell’Interno e della Sicurezza Pubblica, Evariste Ndayishimiye, ha pubblicato una dichiarazione nella quale si chiede alla Tanzania di dare ancora prova di pazienza affinché il Burundi sia in grado di accogliere i rimpatriati “nella dignità, nella sicurezza, nella giustizia e nella fraternità”.
La Tanzania accoglie 276mila rifugiati, la maggior parte dei quali proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo e dal Burundi.
Dopo le elezioni del 2005 vinte dagli ex ribelli, il Burundi ha visto consolidarsi la pace raggiunta grazie agli sforzi della comunità internazionale. Il Burundi intende integrarsi nelle strutture regionali e continentali per migliorare la propria economia. La povertà è infatti un terreno fertile per far esplodere tensioni e conflitti. Proprio in questi giorni il Burundi, insieme al Rwanda, è entrato nella Comunità dell’Africa Orientale, che comprende anche Kenya, Uganda e Tanzania. (L.M.) (Agenzia Fides 21/672007 righe 44 parole 466)


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