AFRICA - L’Europa prende l’impegno a presentare una risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali alla prossima Assemblea Generale dell’ONU nello stesso giorno in cui 15 Ministri della Giustizia africani discutono l’abolizione della pena di morte nel Convengo organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio

martedì, 19 giugno 2007

Roma (Agenzia Fides)-Africa ed Europa unite per abolire la pena di morte. Mentre a Roma 15 Ministri della Giustizia africani partecipavano al Convegno “Africa for Life” organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio per chiedere di abolire la pena di morte in Africa (vedi Fides 15 giugno 2007), in Lussemburgo i Ministri degli Esteri dell’Unione Europea prendevano la decisione formale di presentare una risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali in apertura della prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si terrà il prossimo settembre. “Mi auguro che finalmente si abbia non solo una moratoria, ma l'abolizione completa della pena di morte. Essa non serve a riformare, a rieducare il colpevole: la pena per un crimine, invece, deve mirare al reinserimento del colpevole nella società” ha detto il Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace
“L’Europa è il primo continente - ha sottolineato il portavoce della Comunità di Sant’Egidio Mario Marazziti - ad essere senza pena di morte. Ma il continente che più rapidamente sta facendo passi avanti è l'Africa: da soltanto quattro Paesi, siamo ormai arrivati a 14 Stati che hanno abolito la pena capitale: abbiamo 24 Paesi che non la utilizzano da più di 10 anni, con una moratoria di fatto o con una moratoria per legge, e 15 Paesi che ancora la usano. L’Africa è il continente che può fare la differenza”. Appena 10 giorni fa, ad esempio, il Rwanda ha abolito definitivamente la pena capitale. “Ecco perché” sottolinea Marazziti “anche il voto di soli tre Paesi africani può essere determinante nella battaglia per la moratoria della pena di morte in sede ONU”.
Per la ottenere la moratoria è necessario il consenso di 93 Paesi. Sulla necessità di avere la certezza dei numeri prima di presentare la proposta di moratoria al Palazzo di Vetro ha insistito anche il Cardinale Martino che ha invitato “a fare bene i conti” prima di presentare la proposta di risoluzione.
La Comunità di Sant’Egidio ricorda che su 50 Paesi che al mondo ancora prevedono la pena di morte, solo in sei (Cina, Iran, Iraq, Sudan, Pakistan e Stati Uniti) nel 2006 ci sono state il 91% delle esecuzioni capitali totali. L'Africa, pur provata da conflitti e povertà, si sta distinguendo per una tendenza positiva, sia nella diminuzione costante delle esecuzioni capitali (ufficialmente se ne contano 12, in sei Paesi, nel 2006), sia nell'aumento dei Paesi abolizionisti o che attuano una moratoria della pena di morte.
La Comunità di Sant’Egidio insiste in modo particolare sul ruolo dell’Africa e sulla collaborazione euro-africana per arrivare ad abolire la pena di morte in tutto il mondo: “Crediamo infatti che l’Africa sia decisiva in questa battaglia di civiltà e di umanità, per i contenuti morali dell’umanesimo africano così importanti per la cultura mondiale, ma anche a causa delle storiche relazioni che l’Africa ha intessuto con l’Europa. La realtà della nostra storia comune può essere trasformata in un’alleanza etica. Una grande battaglia di umanità significa credere con coraggio in un nuovo umanesimo per il mondo, sorto da un comune sentimento euroafricano”. (L.M.) (Agenzia Fides 19/6/2007 righe 39 parole 512)


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