EUROPA/ITALIA - Conclusa la missione italiana dei Fatebenefratelli in Africa per “ridare la luce”: in Mali e Ghana oltre 300 le persone hanno riacquistato la vista

venerdì, 15 giugno 2007

Roma (Agenzia Fides)- Sono rientrati a Roma i medici, gli infermieri ed il personale di supporto dell’AFMAL (Associazione con i Fatebenefratelli per i Malati Lontani) e dell’Aeronautica Militare che, dal 30 maggio al 10 giugno, hanno svolto nella Repubblica del Mali e del Ghana un’altra delle missioni umanitarie del progetto “Ridare la luce”. Nei giorni di permanenza nei due Paesi africani sono state effettuate oltre 1000 visite oculistiche e circa 300 interventi di cataratta, il male che più di ogni altro contribuisce in questa zona sub-sahariana a rendere la popolazione non vedente, spesso sin dalla nascita.
Dieci medici, 10 infermieri provenienti dagli ospedali Fatebenefratelli di Roma, di Napoli, e dal Corpo Sanitario dell’Aeronautica Militare, costituivano il personale della missione che ha raggiunto il Ghana per poi dividersi: un gruppo è rimasto a Gao, la cittadina sulle rive del Niger già sede delle precedenti spedizioni di ‘ridare la luce’ in Mali, ed un altro ha proseguito in aereo fino ad Accra, per poi raggiungere in macchina la città di Asafo. Qui il gruppo di medici e infermieri ha raggiunto il locale ospedale Fatebenefratelli, guidati da Fra’ Benedetto Possemato, vice presidente dell’AFMAL. Entrambi i gruppi hanno allestito subito le sale operatorie e gli ambulatori per le visite oculistiche nei rispettivi ospedali.
Sono tante le malattie che colpiscono gli occhi: tracomi, glaucomi, l’oncocercosi - la cosiddetta “malattia dei fiumi”, dovuta ad un parassita che prolifera nei corsi d’acqua, e poi la cataratta, un problema che in Italia si risolve praticamente in ambulatorio ed in queste zone dell’Africa sub-sahariana, dove mancano oculisti e qualsiasi tipo di apparecchiatura, rende cieche quasi due milioni di persone. Secondo i dati dell’OMS, in Africa solo duecento su un milione di abitanti possono usufruire delle cure necessarie per curare la cataratta, una patologia che nel 90% dei casi riguarda i paesi in via di sviluppo. Spesso, inoltre, la cura di questa patologia è affidata all’iniziativa dei cosiddetti ‘peulh’, i pastori, una sorta di stregoni locali, dei veri e propri autodidatti che godono di grande considerazione tra la popolazione locale. La tecnica tradizionale è quella della perforazione del cristallino opacizzato dalla cataratta con aghi o arnesi appuntiti, spesso utilizzando aculei di istrice o le unghie dei galli.
Con il velivolo che l’Aeronautica Militare ha messo a disposizione è stato possibile trasportare oltre dieci tonnellate di materiale umanitario e di attrezzature. Tra queste, microscopi elettronici che consentono di operare in tempi rapidi e con metodi moderni, gli stessi che vengono utilizzati in Italia.
Una collaborazione, quella tra l’AFMAL e l’Aeronautica Militare, avviata nel 2004 con la prima missione in Mali, proseguita poi in Benin nel giugno del 2005, di nuovo in Mali nel novembre del 2005 e l’ultima, in ordine di tempo, in Togo e Ghana, lo scorso giugno. Con questa appena conclusa, sono circa 1800 le operazioni di cataratta ed oltre 8000 le visite oculistiche complessivamente realizzate.
(AP) (15/6/2007 Agenzia Fides; Righe:40; Parole:504)


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