AFRICA - I Ministri della Giustizia africani a Roma per il Convegno “Africa for Life”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio con lo scopo di favorire un’alleanza etica tra l’umanesimo africano e quello europeo per abolire la pena di morte

venerdì, 15 giugno 2007

Roma (Agenzia Fides)- Lunedì 18 e martedì 19 giugno si tiene a Roma un Convegno per rafforzare e premiare la tendenza ad abolire la pena in Africa al quale sono stati invitati i Ministri della Giustizia dei Paesi africani. L’evento intitolato “Africa for Life” è promosso dalla Comunità di Sant’Egidio ed è la seconda iniziativa di questo tipo. Il primo Colloquio dei Ministri della Giustizia africani si è infatti svolto nel novembre 2005. “L’obiettivo del Convegno è quello di rafforzare la tendenza abolizionista in Africa, in considerazione degli sviluppi positivi degli ultimi anni. La pena capitale è bandita attualmente dagli ordinamenti di 14 Stati: a questi vanno aggiunti altri 22 Paesi che possono essere considerati abolizionisti “di fatto”. Complessivamente soltanto 8 paesi hanno compiuto esecuzioni nel corso degli ultimi tre anni” afferma un comunicato della Comunità di Sant’Egidio inviato all’Agenzia Fides.
“In questo senso vorremmo “premiare” questa tendenza, offrendo visibilità e sostegno ai processi in atto, e sostenere attraverso una sinergia Europa - Africa, lo sviluppo di modificazioni legislative atte a segnare punti di non ritorno del Diritto proprio di ciascuno di questi Paesi. Questo incontro a Roma sottolinea proprio questa collaborazione Nord-Sud, infatti è soprattutto in Europa ed in Africa che il processo universale di abolizione della pena di morte ha ottenuto, sino ad oggi, i maggiori risultati. In Europa, come è noto, la pena di morte è stata ufficialmente abolita all’interno dei due spazi giuridici che più di altri la caratterizzano: il Consiglio d’Europa e l’Unione Europea” ricorda il comunicato.
Un motivo ulteriore di questa iniziativa “africana” sta nell’impegno di Sant’Egidio per la pace in Africa, iniziando dal Mozambico. Dopo 16 anni di guerra civile questo paese - che ci è molto caro - ha ritrovato la pace che è stata firmata a Roma il 4 ottobre 1992. Sant’Egidio è stato il mediatore di questo lungo negoziato (27 mesi) ed oggi la pace mozambicana, e la democrazia che ne è scaturita, rappresentano un modello per tutto il continente. Dopo il Mozambico tanti altri paesi africani hanno cercato i fili della pace e del dialogo a Sant’Egidio: la Liberia, la Costa d’Avorio, il Togo, il Burundi, la RDC e altri. Sant’Egidio è divenuta in questi anni una casa di pace per l’Africa, dove ci si può incontrare per ricercare liberamente un’onorevole soluzione ai problemi attraverso autentici colloqui tra le parti.
“Per tutte queste ragioni, nel nostro impegno contro la pena di morte abbiamo voluto partire dall’Africa, dai suoi problemi ma anche dal suo umanesimo. Crediamo infatti che l’Africa sia decisiva in questa battaglia di civiltà e di umanità, per i contenuti morali dell’umanesimo africano così importanti per la cultura mondiale, ma anche a causa delle storiche relazioni che l’Africa ha intessuto con l’Europa. La realtà della nostra storia comune può essere trasformata in un’alleanza etica. Una grande battaglia di umanità significa credere con coraggio in un nuovo umanesimo per il mondo, sorto da un comune sentimento euroafricano” conclude il comunicato della Comunità di Sant’Egidio. (L.M.) (Agenzia Fides 15/6/2007 righe 40 parole 509)


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