AFRICA/SUDAN - Raggiunto l’accordo per dispiegare 19mila soldati della forza di pace ONU/Unione Africana nel Darfur

giovedì, 14 giugno 2007

Khartoum (Agenzia Fides)- Il Sudan ha raggiunto un accordo con l’Unione Africana (UA) e le Nazioni Unite per il dispiegamento di una forza di pace “ibrida” ONU/UA da inviare nel Darfur, la regione occidentale del Paese sconvolta dal 2003 da una guerra civile con gravissime violazioni dei diritti umani.
Dopo due giorni di negoziati con il governo di Khartoum, un rappresentante dell’Unione Africana ha annunciato il raggiungimento dell’intesa per sostituire la forza di pace dell’UA di 7mila uomini da tempo presente nella regione.
Il nuovo contingente di pace sarà composto da 19mila militari contro i 23mila inizialmente previsti dal piano elaborato dalle Nazioni Unite. È ancora oggetto di trattativa la questione del comando e del controllo della forza di pace. Il Sudan si oppone a un comando delle Nazioni Unite preferendo che i militari internazionali siano sotto il controllo dell’Unione Africana. Il governo di Khartoum insiste inoltre nel richiedere la presenza sul proprio territorio di soldati africani e non di altri continenti. Queste due richieste hanno sollevato lo scetticismo di alcuni membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che vi vedono un tentativo di impedire alla nuova forza di pace di lavorare in maniera soddisfacente. Diversi esperti affermano infatti che le truppe africane non hanno i mezzi e le capacità per gestire da sole una missione complessa come quella del Darfur, e necessitano dell’apporto tecnico di altre potenze. Ma ben difficilmente i Paesi extra africani accetteranno di porre i propri militari sotto un comando diverso da quello dell’ONU. Secondo un rappresentante delle Nazioni Unite, sarebbe stato raggiunto un accordo tecnico in base al quale il comando complessivo dell’operazione sarebbe affidato all’ONU che delegherebbe la gestione delle operazioni giornaliere al comando dell’Unione Africana sul campo. L’intenzione è quella comunque di inviare sul terreno soprattutto truppe africane, limitando gli apporti extra continentali al settore tecnico e logistico (trasporti, telecomunicazioni, ecc…). Il problema è che appare difficile trovare un numero sufficiente di Paesi africani disposti a inviare proprie truppe nell’area, costringendo al ricorso al contribuito di Paesi come Pakistan e Cina, che hanno dato una disponibilità di principio a inviare i propri soldati.
Il Darfur copre una superficie di circa 490mila km², la popolazione è stimata in circa 6 milioni di abitanti. Gran parte del territorio è formata da un altopiano. Il centro della regione è montagnoso, dominato dal monte Marrah (Jebel Marra) che raggiunge i 3088 metri, il nord del paese è coperto di dune sabbiose, mentre il sud è dominato dalla savana. I centri principali sono Al Fachir e Geneina. La regione è in preda alla violenza dal 2003, quando un gruppo di guerriglia ha attaccato le forze governative. Da allora sono nati nuovi gruppi antigovernative ai quali si contrappongono i militari regolari e le milizie filo-governative Janjaweed che hanno adottato la tattica della “terra bruciata” attaccando la popolazione civile sospettata di fornire sopporto ai ribelli. Il conflitto ha finora provocato 200mila morti e costretto la maggior parte della popolazione della regione a rifugiarsi in campi per sfollati interni o in campi profughi nel vicino Ciad. (L.M.) (Agenzia Fides 14/6/2007 righe 42 parole 525)


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