AFRICA/LESOTHO - Allarme della FAO per il Lesotho: 400mila persone a rischio fame se non si interviene in tempo

giovedì, 14 giugno 2007

Roma (Agenzia Fides)- Il Lesotho ha bisogno urgente di assistenza internazionale per evitare una grave crisi alimentare causata dall’alto prezzo dei cereali dopo che il principale raccolto cerealicolo è stato distrutto da una delle peggiori siccità degli ultimi trenta anni. Lo afferma un rapporto reso pubblico oggi dall’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e dal Programma Alimentare Mondiale (PAM) delle Nazioni Unite, inviato all’Agenzia Fides.
Circa 400mila persone nel Lesotho, pari a un quinto della popolazione, avranno poco cibo a disposizione e necessiteranno di assistenza nel momento culminante della crisi, nei primi tre mesi del 2008. Secondo il rapporto, una preoccupante scarsità di cibo si registrerà già a luglio, quando circa 140mila persone avranno bisogno di assistenza alimentare, soprattutto per l’aumento dei prezzi dei cereali e le scarse opportunità di lavoro occasionale a causa della stagione agricola negativa. Molti agricoltori, infatti, hanno avuto un raccolto molto modesto o addirittura nessun raccolto.
“Questo raccolto così scarso aggrava ancora di più la situazione già drammatica del Lesotho, dove tanti vivono al limite delle proprie possibilità e devono, quotidianamente, far fronte a ripetute perdite agricole, all’estrema povertà e all’HIV/AIDS”, ha detto Amir Abdulla, Direttore Regionale del PAM per l’Africa Australe. “Il rapido aumento nei prezzi dei cereali tenderà ad acuire una situazione in cui sempre più persone avranno bisogno di assistenza per sfamare la famiglia”.
Complessivamente, si stima che la produzione nazionale cerealicola per il 2007 sia di sole 72mila tonnellate, vale a dire il 40 per cento inferiore ai livelli già bassi degli ultimi cinque anni. Il fabbisogno stimato di cereali del Lesotho è di 360mila tonnellate. Considerando le importazioni e l’attuale livello di aiuti alimentari, secondo il rapporto ci sarà bisogno di 30mila tonnellate di cereali e di 6.700 tonnellate di altri generi alimentari, o del loro equivalente in denaro, per far fronte al fabbisogno minimo. Alla media molto scarsa dei raccolti a causa della siccità, si è aggiunta la riduzione, calcolata sulla media degli ultimi cinque anni, del 20 per cento delle aree coltivate a cereali. Molte terre coltivabili sono state abbandonate a causa delle imprevedibili condizioni atmosferiche, per la mancanza di denaro necessario alla semina e per la scarsità di manodopera come conseguenza dell’HIV/AIDS.
Il rapporto sottolinea come la pandemia di HIV/AIDS, con un tasso di infezione che si stima abbia raggiunto il 31 per cento, stia sempre più mettendo a rischio le risorse economiche del Lesotho, provocando una visibile mancanza di forza lavoro nelle zone rurali. Tuttavia, nel rapporto si aggiunge anche che la preoccupazione maggiore riguarda la perdita di potere d’acquisto a causa del fortissimo aumento dei prezzi del granturco. I prezzi del mais bianco in Sudafrica, principale fornitore di frumento nella regione, sono triplicati negli ultimi due anni e, attualmente, sono superiori di oltre il 50 per cento a quelli dell’anno scorso. Anche nel Lesotho i prezzi sono saliti vertiginosamente.
“È fondamentale che, per la prossima stagione di semina, siano disponibili sementi, fertilizzanti e crediti agevolati. Ciò darebbe al Lesotho la possibilità di migliorare la produzione nel 2008, sempre che le condizioni atmosferiche lo consentano”, ha detto Henri Josserand, Capo del Sistema di Allarme Rapido e Informazioni Globali della FAO. (L.M.) (Agenzia Fides 14/6/2007 righe 45 parole 548)


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