AFRICA/SUDAFRICA - “Occorre rispettare la dignità dei lavoratori, ma il diritto di sciopero non deve mettere in pericolo la vita delle persone” affermano i Vescovi del Sudafrica dove lo sciopero del settore pubblico sta creando gravi disagi specie per i più deboli

mercoledì, 13 giugno 2007

Johannesburg (Agenzia Fides)- I Vescovi sudafricani esprimono la loro preoccupazione per lo sciopero nel settore pubblico che sta avendo gravi ripercussioni sociali. “La nostra Costituzione sostiene il diritto democratico allo sciopero, ma solo come ultima risorsa, quando tutte le possibilità di negoziato sono esaurite” afferma un comunicato della Southern African Catholic Bishops’ Conference (SACBC) inviato all’Agenzia Fides. “Il fatto che vi siano stati 8 mesi di negoziato prima dell’inizio dello sciopero, il 1° giugno, pone la questione se i negoziati siano stati fatti in buona fede” prosegue il comunicato firmato da Mons. Buti Tlhagale, Arcivescovo di Johannesburg e Presidente della SACBC.
“Gli impiegati pubblici sono un elemento vitale nella gestione di qualsiasi Stato e devono essere trattati con la dignità e il rispetto che meritano. A questo proposito, il dibattito sull’aumento del salario a livello del Parlamento e dell’Esecutivo e il rifiuto di pagare un giusto salario negli altri settori dello Stato, pone un serio problema morale” affermano i Vescovi. Allo stesso tempo però il comunicato denuncia “l’aumento delle intimidazioni che sono segnalate ogni giorno nelle scuole e negli ospedali”. Episodi, affermano i Vescovi, che “ci preoccupano molto come Chiesa. Impedire ai bambini di andare a scuola e abbandonare le persone malate sono azioni che non possono essere condonate”
“Chiediamo dunque che lo sciopero si svolga in modo legale” afferma il comunicato. “Coloro che sono decisi a molestare e a intimidire i non scioperanti devono desistere dai loro atti di bullismo. Alcune persone hanno perso la vita durante lo sciopero dei servizi di sicurezza e dei bus ed esiste una responsabilità morale per queste morti. Il diritto di sciopero non deve mettere in pericolo la vita delle persone, in particolare negli ospedali, dove essere sempre presente personale adeguato”.
I Vescovi concludono il messaggio chiedendo alle parti coinvolte“di tornare al tavolo negoziale e trovare un compromesso il più rapidamente possibile”.
A causa dello sciopero diverse scuole private sono state costrette a chiudere per le intimidazioni ricevute. Lo sciopero, il più grave dal 1994, ha bloccato il Paese: i servizi municipali e privati sono bloccati, perché i lavoratori del comparto si sono fermati in segno di solidarietà con i loro colleghi statali. Di conseguenza i tribunali e i trasporti pubblici sono fermi, l’immondizia non viene raccolta, gli ospedali non accolgono i pazienti e non assicurano un’assistenza adeguata ai degenti. La causa dello sciopero è un aumento salariale. Il governo ha proposto un aumento del 7,25% mentre i sindacati che in un primo tempo reclamavano il 12%, sono scesi al 10%. (L.M.) (Agenzia Fides 13/6/2007 righe 38 parole 462)


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