AMERICA/CILE - Domenica 1 luglio in Cile la Giornata delle Comunicazioni sociali: “è necessario un giudizio etico particolare sulla qualità dei programmi che vedono i bambini e gli adolescenti e sull’impatto che hanno su di loro”

mercoledì, 13 giugno 2007

Santiago (Agenzia Fides) - Sebbene in molte nazioni la Chiesa abbia già celebrato la Giornata delle Comunicazioni Sociali, che quest’anno ha per tema "I bambini e i mezzi di comunicazione sociale: una sfida per l'educazione", in Cile questa Giornata si celebrerà domenica 1º luglio. Per aiutare diocesi, parrocchie, comunità religiose, scuole e altre istituzioni e realtà cattoliche a preparare questa giornata, la Conferenza Episcopale del Cile ha messo in linea diversi sussidi attraverso una speciale sezione nel portale www.iglesia.cl. Tra questi, oltre al Messaggio del Santo Padre e a vari commenti su questo testo, si offrono sussidi per l’animazione delle Messe e delle celebrazioni liturgiche, oltre a un saluto di Mons. Tomislav Koljatic Vescovo di Linares e Presidente dell'Area Pastorale delle Comunicazioni. A livello nazionale, il Coordinamento dei Comunicatori Cattolici ha invitato tutti i giornalisti, pubblicitari, professionisti e tecnici degli ambiti audiovisivi ed informatici, oltre agli operatori nel settore dei media di Santiago e città vicine, a partecipare ad una Santa Messa che sarà celebrata il 29 giugno, presieduta da Mons. Alejandro Goic, Vescovo di Rancagua e Presidente della Conferenza Episcopale del Cile.
Nel suo Messaggio il Presidente dell'Area Pastorale delle Comunicazioni ha invitato tutti coloro che lavorano con i mass media a leggere con attenzione il Messaggio del Santo Padre per "trarre luci e criteri di azione che orientino il nostro lavoro in relazione ai mezzi di comunicazione sociale e all'educazione dei bambini e degli adolescenti". Secondo quanto afferma, è necessario esprimere "uno speciale giudizio etico circa la qualità dei programmi che vedono i bambini e gli adolescenti” e soprattutto valutare l'impatto che hanno su di loro alcuni contenuti che impediscono a questi telespettatori più vulnerabili “di crescere in maturità, libertà e responsabilità". Il Vescovo constata poi con preoccupazione che dominano sempre di più nella televisione "i contenuti violenti, banali e disumanizzanti", ma non serve a niente criticare "se si lasciano i figli per lunghe ore di fronte al televisore, senza nessun orientamento, supervisione o controllo". Perciò urge che i genitori assumano le loro responsabilità e prendano opportune decisioni “rispetto alla quantità di ore e alle modalità di consumo televisivo da parte dei più piccoli". Anche i responsabili della programmazione televisiva come la Chiesa, le comunità parrocchiali e le scuole cattoliche, sono chiamate ad assumere la loro parte di responsabilità in questo campo tanto importante. (RG) (Agenzia Fides 13/6/2007; righe 27, parole 387)


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