VATICANO - “Dio: pace o dominio”. Dio vuole l’Amore o l’odio? Cosa vuole Iddio di tutto l’Universo? La risposta trapela, nella prima densa puntata di un viaggio nei più remoti confini delle appartenenze religiose del nostro pianeta.

lunedì, 11 giugno 2007

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - È Dio il carnefice dell’uomo o l’uomo del creato? Dio è Amore o fonte di odio, sofferenza, contraddizione? Se Dio è Amore e non altro, perché milioni di bambini muoiono di fame? Perché innocenti inermi possono essere dilaniati da bombe assassine invocando il Suo nome? Perché?

Sono soltanto alcuni degli interrogativi - tremendi, eppure reali - che vengono posti con forza, e a volte crudezza, nel documentario televisivo “Dio: pace o dominio”. Un programma per RAI UNO, con la supervisione editoriale di Sua Ecc. Mons. Mauro Piacenza, la collaborazione editoriale di Don Nicola Bux, Padre Massimo Cenci, Don Salvatore Vitiello, i testi e la regia di Luca De Mata. Un programma girato in tre anni di viaggio in giro per il mondo: tre anni per documentare la convivenza tra le religioni e le culture dei popoli attraverso situazioni, ambienti, opinioni e realtà irraggiungibili, sconosciute o a volte manipolate le une contro le altre, spesso a loro insaputa. Per la prima volta sono state raccolte 88 testimonianze delle maggiori tradizioni religiose: Cristiana, Musulmana, Induista, Animista, Buddista, Taoista, Jiani, Bahay.

Un’occasione unica per mettere a fuoco il delicato tema del dialogo interreligioso e quello attualissimo del rapporto tra il Cristianesimo e le altre tradizioni religiose. Cinque lunghe ore “di diversità” perché nessuno veda nell'altro il “nemico”, senza pretendere di assimilarlo alla propria cultura, nella libertà di esprimere le differenze senza una demarcazione violenta di confini ideologici.

«Ogni giorno vedevamo morti lungo le strade. I soldati Khmer: Quindici sedici anni, ci dicevano: "Uscite da Phnom Penh! Tra tre giorni…! Tra tre giorni gli americani bombarderanno Phnom Penh! Solo tra tre giorni…!". Comincia così, la toccante testimonianza di You Pracot da Phnom Penh, in Cambogia, sorella di un Vescovo cattolico che venne ucciso dai Khmer rossi. Una testimonianza raccolta sul campo e in esclusiva per "Dio: pace o dominio", il nuovo programma di Luca De Mata in onda su RAI UNO dal 12 giugno (in seconda serata per cinque martedì).

"Dio, in nome di ...", è il titolo della prima puntata nella quale intervengono direttamente esponenti importanti di diverse religioni, credo, Fedi. Lo scopo è quello di interrogarsi sul perché dell'Amore e il perché dell'Odio. È possibile che nel mondo, sulla stessa terra, all'interno delle stesse città e degli stessi paesi, vi sia chi ama in nome di Dio e chi, sempre nel suo nome, uccide? Tanti che in nome di Dio si fanno ultimi tra gli ultimi e altri che, invece, fanno le guerre, ammazzano, calpestano i più deboli. È possibile che le religioni siano usate come veicolo di Amore e, insieme, di morte?

Sì, è possibile: questa la risposta più realistica che viene da dare guardando questo mondo. Eppure, come testimonia nella prima puntata lo sceicco Ihsan Baadarani di Damasco, in Syria, «la parola Iddio è la più bella parola che ci sia». Essa - dice ancora Ihsan Baadarani - viene pronunciata in 99 modi nella religione Islamica. Tra questi modi o nomi vi è l'espressione "la misericordia", poiché Dio è il Misericordioso, che investe tutti con la sua misericordia infinita, «ma non ha misericordia nei confronti dei prepotenti, degli ingiusti e degli aggressori». Come a dire: al di là dell'Islam fondamentalista, al di là di un uso improprio che si può fare dell'Islam, esiste anche nella religione del Profeta Maometto chi riconosce il vero significato della parola Islam, della religione di Allah: misericordia e quindi Amore, comprensione, aiuto reciproco, convivenza, sacrificio per gli altri.

È un po' quanto dice anche un Monaco Buddista in Tailandia: il venerabile Prayom-Konlayano: «I terroristi fondamentalisti - spiega - sono degli infedeli, dicono di avere una Fede ma sono senza una Fede reale, gente che di per se non ha religione e mette se stessa, la propria persona, al centro della propria Fede. Quello che fanno è un atto di superbia. Cito il fatto di una straniera, una donna bianca che sposò un arabo: questi tanto le disse che la portò a diventare una kamikaze. Una cosa inspiegabile! Come si può arrivare fino a questo punto. Quell'uomo è una di quelle persone che si dicono religiose ma non amano la religione! Amano soltanto se stesse. Sono superbe».

Persone sole e soltanto superbe, sostiene Prayom-Konlayano. E ha ragione. Ma la superbia occorre eliminarla, toglierla dal cuore degli uomini perché trionfi il Bene. Toglierla dal cuore di ogni religione perché s'imponga il Bene. Lo sostiene anche Amos Luzzatto, Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. «Il fondamentalismo - dice - richiede una Fede cieca e una delega totale a uno che ti dice vai e fai questo o quest'altro, che ti dice di fare cose talmente impegnative per non dire orribili che non le faresti se non te l'avesse comandato lui. Se invece di questo si ha la capacità di ragionare, di soppesare i fatti, e di ispirarsi sempre a quei principi di rispetto di convivenza e di difesa dei diritti umani io credo che tutti saremo in grado di combattere contro il fondamentalismo».

"Dio: pace o dominio", sono questi esempi di Pace e Amore presenti in ogni religione che intende far emergere. Un viaggio nelle religioni, dunque, alla ricerca di tutte quelle risposte che ogni abitante della terra oggi si pone: "Dio, sei Tu il Dio della pace o il Dio del dominio?". Per rispondere, Luca De Mata, è andato sul campo, direttamente nelle città, nella case, nella Chiese e nei Santuari di ogni Fede. Per vedere, guardare, capire, chiedere spiegazione e portare alla luce gli esempi più significativi, esempi a cui ogni uomo può cominciare a guardare. Il mondo, infatti, può essere cambiato solo se ogni uomo, nel suo piccolo, comincia a cambiare se stesso, il suo cuore.

Lo dice bene anche la Madre Badessa di Rosano (Pontassieve - Italia). Per Lei, la capacità di perdono e di Amore può venire nel cuore di ogni singolo uomo soltanto se si assimilano e si fanno propri «gli insegnamenti del Vangelo». Se si assimilano - spiega - «gli esempi di Gesù e dei suoi Apostoli, le nostre reazioni seguiranno una logica totalmente diversa, si sintonizzeranno su un'opposta lunghezza d'onda, su quella dell'amore vero, pronto a scusare, a perdonare, perfino a dare la vita per i propri nemici come Gesù». (P.R.) (Agenzia Fides 11/6/2007 - righe 71, parole 1032)


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