AFRICA/ETIOPIA - Si celebra oggi il “Giorno dell’Africa” in ricordo della fondazione dell’Organizzazione per l’Unità Africana. Dopo 44 anni l’Africa sembra più matura e consapevole del cammino che deve compiere per rispondere alle attese dei suoi abitanti

venerdì, 25 maggio 2007

Addis Abeba (Agenzia Fides)- Si celebra oggi il “Giorno dell’Africa” in ricordo del 44esimo anniversario della fondazione dell’Organizzazione per l’Unità Africana, che nel 2001 ha dato vita all’odierna Unione Africana.
Nel corso di una cerimonia nella sede dell’UA ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, è stato presentato il nuovo passaporto dell’Unione Africana ed è stata posta la prima pietra del complesso dell’UA.
Era il 25 maggio 1963, quando gli Stati africani appena usciti dal colonialismo, decisero di creare un’organizzazione continentale per unire i loro sforzi nel procedere sulla strada dello sviluppo. All’epoca, alcuni Paesi africani erano ancora sotto il regime coloniale, ma si ponevano molte speranze sul fatto che le energie degli africani, a lungo imbrigliate dal gioco della dominazione straniera, potessero finalmente dare vita a una nuova Africa. La storia è andata diversamente: guerre e corruzione hanno fatto fallire molti sogni e speranze. In questi 44 anni però è emersa una maturità maggiore: si è passati dai sogni massimalisti degli esordi alla concretezza dei piccoli passi. Lo dimostra l’attivismo degli Stati africani che si sono associati in gruppi regionali di collaborazione economica: Community of Sahel-Saharan States (CEN-SAD), East African Community (EAC), Economic Community of West African States (ECOWAS), Inter-governmental Authority on Development (IGAG), Southern African Development Community (SADC) e Arab Maghreb Union (AMU/UMA). Una rete di relazioni che completa a livello economico e politico l’Unione Africana, che rimane l’istanza superiore del continente, il luogo dove i 53 Stati africani prendono decisioni di particolare importanza. Sul lungo termine, si discute se l’Unione Africana possa creare una moneta unica e un esercito comune a tutto il continente, al fine di promuovere la stabilità, la pace e lo sviluppo economico. L’economia in crescita sembra confermare la tendenza dell’Africa a voler uscire dal ciclo economico negativo e inserirsi a pieno diritto nel mercato globale (vedi Fides 14 maggio 2007). Un mercato però ancora dominato dalle economie più forti che determinano il prezzo delle materie prime (ad eccezione del petrolio) vendute dai Paesi africani.
La strada verso un’Africa che risponde alle attese e alle speranze dei propri abitanti è ancora lunga, come dimostra il rapporto 2007 di Amnesty International sui diritti umani nel mondo. Nel rapporto si sottolinea come centinaia di migliaia di africani sono stati deliberatamente privati dell’abitazione da parte delle autorità, spesso con “un uso sproporzionato della forza”. Amnesty International denuncia pure i conflitti armati che ancora insanguinano diverse parti del continente e la diffusione delle violenze sulle donne. Un altro problema cui deve far fronte l’Africa è la “fuga dei cervelli” e di personale qualificato. L’ultimo allarme, in ordine di tempo, è quello sulla mancanza di infermieri e personale paramedico, che associata alla carenza di medicinali a prezzi contenuti o gratuiti, contribuisce al diffondersi dell’AIDS e della malaria. (L.M.) (Agenzia Fides 25/5/2007 righe 41 parole 498)


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