“Dio è amore, ma può soffrire? Deus caritas est, ovvero il pathos di carità”: Convegno all’Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria “Camillianum”

martedì, 8 maggio 2007

Roma (Agenzia Fides) - I drammi che si rinnovano ripropongono la domanda su Dio: è apatico o soffre insieme con le sue creature? A questa ed altre domande cercheranno di rispondere i partecipanti al Convegno “Dio è amore, ma può soffrire? Deus caritas est, ovvero il pathos di carità”, che si terrà il 17 e 18 maggio presso l’aula magna dell’Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria (Camillianum) di Roma.
La cultura contemporanea sembra non riuscire più a conciliare l’onnipotenza e l’omniscienza di Dio, con la sua misericordia, con la sua compassione e con la sua vicinanza ai sofferenti e agli ultimi.
Quindi da una parte ci sarebbe il Dio creatore e Signore del tempo e della storia e dall’altra il Dio vicino alla storia e che si identifica con i deboli e i sofferenti. Ambedue gli orientamenti sono presenti nella tradizione cristiana che però ha sempre ribadito che all’origine di tutto c’è l’amore di Dio, immutabile ed eterno, il quale attraversa ogni dolore e sofferenza restando fedele a se stesso. È la Trinità di Dio che, anche dal punto di vista speculativo, aiuta a far comprendere questa dinamica d’amore tra il Padre, il Figlio e lo Spirito e il suo dinamismo salvifico. Si nota che la tendenza attuale è quella di un’eccessiva umanizzazione, di una solidarietà tra uomo e Dio, che riduce le distanze senza dare criteri normativi.
Il Convegno vuole riflettere, attraverso l’apporto della teologia, della filosofia e della letteratura, sulla necessità di ribadire un’immagine di Dio in cui la ‘vicinanza’ si concili con la ‘trascendenza’, in cui la vulnerabilità sia segno di amore salvifico e non di debolezza.
(AP) (8/5/2007 Agenzia Fides; Righe:22; Parole:292)


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