AFRICA/GUINEA - Lo spettro di una nuova crisi incombe sulla Guinea dove i militari sono in rivolta

venerdì, 4 maggio 2007

Conakry (Agenzia Fides)- Sale di nuovo la tensione in Guinea dove i militari delle due principali caserme del Paese si sono ammutinati per chiedere stipendi più alti. I militari hanno sparato colpi d’arma da fuoco in aria e hanno saccheggiato i depositi di armi e di generi alimentari nella capitale Conakry e nella città mineraria di Kindia. La rivolta si è poi estesa ad altre località del Paese. Oltre ad un aumento dello stipendio, i soldati chiedono il pagamento dei salari arretrati di 9 anni per un totale di 300 milioni di franchi guineani. I militari della truppa accusano gli alti comandi e alcuni politici di essersi appropriati dei fondi destinati a pagare i loro stipendi.
Finora sono solo i militari dell’esercito in rivolta ma si teme l’estendersi della protesta anche alla marina e all’aviazione.
La Guinea è appena uscita da una grave crisi politica scoppiata nei primi mesi dell’anno, quando la popolazione si era rivoltata per chiedere la nomina di un Primo Ministro diverso da quello scelto dal Presidente Lansana Conté (vedi Fides 12 e 24 febbraio 2007). Dopo settimane di sciopero generale e di scontri tra dimostranti e polizia, che avevano provocato 137 morti, la crisi era stata risolta il 26 febbraio quando il Presidente aveva affidato l’incarico di Primo Ministro a un ex diplomatico, Lansana Kouyate.
Il nuovo Primo Ministro, al quale sono stati conferiti maggiori poteri, si è impegnato a cercare una soluzione alla grave crisi economica e sociale che affligge da tempo il Paese.
Il Premier è riuscito di recente ad ottenere 117 milioni di Euro di aiuti finanziari da parte dell’Unione Europea più altri 46 milioni di Euro per rimettere in sesto gli edifici pubblici che cadono in rovina e le strade principali dei centri urbani.
Secondo la stampa locale, la rivolta dei militari costituisce la fine del periodo di “luna di miele” accordato al neo Primo Ministro, i cui primi tentativi di riforma hanno messo in discussione consolidate posizione di potere. (L.M.) (Agenzia Fides 4/5/2007 righe 27 parole 352)


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