VATICANO - III Incontro dei Membri e Consultori Europei del Pontificio Consiglio della Cultura e dei Presidenti delle Commissioni per la cultura delle Conferenze Episcopali d’Europa

mercoledì, 2 maggio 2007

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Si terrà in Romania, a Sibiu, capitale culturale d’Europa per il 2007, dal 3 al 5 maggio 2007, il III Incontro dei Membri e Consultori europei del Pontificio Consiglio della Cultura e dei Presidenti delle commissioni per la cultura delle Conferenze Episcopali d’Europa su “Annuncio, dialogo e testimonianza di fronte alle sfide della secolarizzazione in Europa”.
A quattro anni di distanza dall’Incontro di Graz, in Austria, nel maggio 2003, sul tema “Fede, culture e non credenza. Integrazione europea e nuove sfide per la Chiesa”, l’allora città eletta per il 2003 capitale culturale d’Europa, ospitò l’incontro a livello continentale curato dal Pontificio Consiglio della Cultura.
Quest’anno la Romania, da pochi mesi entrata a far parte della grande famiglia dell’Unione Europea, ospita l’importante Incontro organizzato dal Pontificio Consiglio della Cultura e presieduto dal Cardinale Paul Poupard, Presidente del medesimo Dicastero e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
“Lo scenario europeo - cita il comunicato stampa del Pontificio Consiglio per la Cultura - è profondamente cambiato, a soltanto quattro anni dall’Incontro di Graz, data l’altissima velocità con cui avvengono i fatti. Le derive del relativismo e dell’indifferenza religiosa, l’urgenza di promuovere nuove forme di dialogo fra fede e culture e la frattura nella trasmissione della fede e della cultura nel continente mostrano un volto per certi aspetti meno aggressivo ma più subdolo. Il relativismo si maschera da tolleranza verso tutti, l’indifferenza religiosa è approdata al secolarismo, in cui Dio non solo non ha più un ruolo, ma addirittura non se ne avverte la necessità. Le sfide pastorali non si fermano a invocare nuovi modi per dialogare con le culture, ma ci pongono di fronte alla vitale necessità del dialogo interreligioso. La deriva di una Europa non solo post-moderna ci spinge a una pastorale capace di raggiungere l’uomo neo liberale, che sostituisce l’Onnipotente con l’onnipotenza del denaro e dell’immagine. Viviamo immersi in una cultura che, di fatto, tende a espellere ogni trascendenza, assoluto, sacro e verità, alla quale riferirci come criterio di giudizio per la ricerca del bene. Bisogna ripartire da Cristo, dal Vangelo e dal suo amore infinito verso ogni uomo e tutti gli uomini per trasmettere speranza, un nuovo umanesimo e una rinnovata cultura cristiana, sintassi che permette di leggere, ordinare e rappresentare il mondo, di dirne il senso e i valori, di orientare le persone nelle insidie del vivere. La luce di Cristo risorto illumina i pastori dell’Europa e indica la via della bellezza per annunciare all’uomo europeo il messaggio di gioia dell’amore di Dio”.
(AP) (2/5/2007 Agenzia Fides; Righe:36; Parole:445)


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