AFRICA/UGANDA - “Si respira un clima di fiducia sull’esito positivo delle trattative” dice un rappresentante della Comunità di Sant’Egidio ai colloqui di pace per il nord Uganda, ripresi ieri

venerdì, 27 aprile 2007

Juba (Agenzia Fides)- “Si respira un clima di fiducia e di ottimismo sull’esito dei colloqui di pace” dice all’Agenzia Fides Giancarlo Penza, uno dei “facilitatori” della Comunità di Sant’Egidio ai colloqui di pace per il nord Uganda che sono ripresi ieri, 26 aprile, a Juba nel sud Sudan.
“Sia il principale negoziatore, il Vicepresidente sud-sudanese Riek Machar, sia l’inviato speciale delle Nazioni Unite, l’ex Presidente del Mozambico, Joaquim Chissano, hanno sottolineato nei loro discorsi la necessità di recuperare il tempo perduto nei mesi scorsi e, allo stesso tempo, hanno espresso la loro fiducia sull’esito positivo del negoziato” dice Penza.
I negoziati di pace tra il governo ugandese e i ribelli dell’Esercito di Resistenza del Signore (LRA) erano iniziati l’anno scorso. All’inizio di gennaio però la delegazione dell’LRA aveva abbandonato le trattative che si svolgevano a Juba nel sud Sudan, avanzando la richiesta di un cambiamento del luogo dei colloqui (vedi Fides 16 gennaio, 7 febbraio e 15 marzo 2007). Il gruppo di guerriglia ugandese aveva motivato la richiesta di una nuova sede delle trattative con i timori provocati dalle parole del Presidente sudanese, Omar Bashir, di aver intenzione di “eliminare l’LRA dal Sudan”.
Grazie agli sforzi della comunità internazionale, i negoziati sono ora ripresi, sempre in Sud Sudan. “Uno degli elementi che ha permesso la ripresa delle trattative è stata la decisione dell’Unione Africana di nominare una delegazione di osservatori composta da rappresenti di Kenya, Mozambico, Tanzania e Sudafrica” afferma Penza. “Oltre al mediatore Machar, all’inviato speciale dell’ONU, Chissano, e al gruppo di “facilitatori”, tra i quali vi è una delegazione della Comunità di Sant’Egidio, la presenza degli osservatori dell’Unione Africana è un’ulteriore garanzia per le parti coinvolte”.
Nei campi profughi nel nord Uganda, dove hanno trovato rifugio circa 2 milioni di persone, cresce l’attesa e la speranza per una rapida soluzione del conflitto: “la popolazione della regione vuole ritornare il prima possibile a condurre una vita normale, come anche sottolineato nel suo discorso dal rappresentante del governo di Kampala” ricorda il rappresentante di Sant’Egidio.
Il conflitto, che da una ventina d’anni colpisce il nord dell'Uganda e la parte meridionale del Sudan, ha provocato circa 2 milioni di sfollati e decine di migliaia di vittime fra la popolazione civile. (L.M.) (Agenzia Fides 27/4/2007 righe 33 parole 402)


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