AFRICA/ETIOPIA - Il Corno d’Africa tra rivalità regionali, estremismo e lotta per il petrolio: una miscela esplosiva

mercoledì, 25 aprile 2007

Roma (Agenzia Fides)-Sale la tensione nel Corno d’Africa, dove rivalità regionali, estremismo e l’interesse sulle reali o presunte risorse petrolifere locali da parte delle grandi potenze, hanno creato una miscela esplosiva capace di alimentare un conflitto molto esteso.
Mentre a Mogadiscio, capitale della Somalia, continuano i combattimenti tra le truppe etiopiche e gruppi di ribelli, alcuni forse legati all’estremismo internazionale, nella regione etiopica dell’Ogaden, abitata in prevalenza da somali, si è verificato un gravissimo attacco contro un’installazione per l’esplorazione petrolifera che ha provocato la morte di 9 tecnici cinesi e di 65 lavoratori etiopici. Altri 6 tecnici di nazionalità cinese sono stati rapiti dal commando. L’attacco è stato rivendicato dal Fronte Nazionale di Liberazione dell’Ogaden (ONLF), un gruppo da tempo attivo nella regione che, secondo il governo di Addis Abeba, è alleato alle milizie dei Tribunali islamici somali che si battono contro l’intervento etiopico a Mogadiscio.
In un comunicato il gruppo ribelle ingiunge “a tutte le compagnie petrolifere internazionali di rifiutare qualsiasi accordo con il governo etiopico che non controlla effettivamente l'Ogaden”. L’Ogaden è un territorio storicamente conteso tra Etiopia e Somalia, che nel 1977-78 combatterono una sanguinosa guerra per il suo controllo. Da decenni nella regione agiscono gruppi di guerriglia che rivendicano l’indipendenza da Addis Abeba. Una delle ragioni dell’intervento dell’Etiopia in Somalia in aiuto al debole Governo di Transizione Nazionale deriva dal timore che le Corti Islamiche, con la loro retorica sull’appartenenza “etnica” dell’Ogaden alla “Grande Somalia” incoraggiassero i fermenti di ribellione nella regione. Il concetto di “Grande Somalia” deriva dall’aspirazione di riunire sotto un unico Stato tutte le popolazioni somale che vivono oltre che in Somalia, a Gibuti, e in alcune regioni dell’Etiopia e del Kenya.
Il governo etiopico ha accusato l’Eritrea di fornire appoggio sia all’ONLF sia alle milizie che agiscono in Somalia, dove a Mogadiscio continuano i combattimenti con armi pesanti. Uno sviluppo allarmante è poi costituito dagli attentati suicidi rivendicati da un gruppo che si definisce “Movimento dei giovani muhajeddin”. Un camion bomba è esploso nei pressi di un campo militare etiopico ad Afgoy, a sud ovest di Mogadiscio. L’automezzo era guidato da un kamikaze, che secondo un comunicato del gruppo estremista, era di nazionalità keniana. Un dato che fa pensare a una rete estesa a tutta l’Africa orientale con sviluppi imprevedibili per la stabilità regionale. (L.M.) (Agenzia Fides 25/4/2007 righe 34 parole 403)


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