VATICANO - I quattro “Atti” della vita di fede del cristiano - L’Atto di Carità (III)

venerdì, 13 aprile 2007

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Amare il prossimo come se stessi. Al dottore della legge che chiede a Gesù: “Maestro, qual è il più grande comandamento della Legge?” (Matteo 22, 36), Gesù risponde subito, come abbiamo visto precedentemente: “Amerai il Signore Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti” (Matteo 22, 37-38). Poi aggiunge: “E il secondo è simile al primo: amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti” (Matteo 22, 39-40/Marco 12/Luca 10).
Durante l’ultima Cena, congedandosi dai suoi Discepoli, Gesù precisa: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Giovanni 13, 34).
Dobbiamo quindi amarci l’un l’altro, perché Dio ci ama, e come Dio ci ama! Altrimenti non possiamo essere suoi discepoli, ed essere riconosciuti come tali da tutti i non-cristiani: non possiamo in nessuno modo pretendere di portare il nome di Cristiani, di Discepoli di Cristo (cf Giovanni 13, 35).
Perché Dio ci ama e come ci ama: Gesù è il primo a darcene un esempio. San Luca, chiamato anche l’Evangelista della Misericordia, è il solo dei quattro evangelisti a darci due delle sette Parole di Gesù sulla Croce:
1. “Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23, 33-34a).
2. Il “buon ladrone” che, rivolgendosi così a Gesù: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”, si sente rispondere: “In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso” (Luca 23, 42-43).
È anche il solo a presentarci l’amore misericordioso in quelle che vengono chiamate le tre parabole della misericordia: la pecora perduta (Luca 15, 4-7), la dracma perduta ( Luca 15, 8-10) e soprattutto la parabola del “figliol prodigo”, o piuttosto del “padre misericordioso” (Luca 15, 11-32).
E’ anche il solo a mostrarci concretamente chi è il prossimo: “E chi è il mio prossimo ?” chiede un dottore della legge a Gesù (Luca 10, 29b), e come si deve amare il prossimo ? E’ la parabola del Buon Samaritano (Luca 10, 29-37), che finisce con le seguenti parole di Gesù: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso” (versetto 37b). (continua) (J.M.) (Agenzia Fides 13/4/2007, righe 30, parole 410)


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