ASIA/COREA DEL SUD - “La Resurrezione è la Vita, che va rispettata nella sua inestimabile dignità”, sottolineano i singoli messaggi pasquali dei Vescovi coreani

mercoledì, 11 aprile 2007

Seul (Agenzia Fides) - E’ risuonato anche nelle diverse diocesi coreane l’annuncio di Risurrezione per la Pasqua 2007. Dopo aver diffuso un appello comune, come Conferenza Episcopale, incentrato sul rispetto della vita, e sull’urgenza di diffondere in Corea una cultura della vita che tuteli la dignità inalienabile di ogni essere umano, nei giorni pasquali i Vescovi coreani hanno parlato ai fedeli nelle singole diocesi.
Il Card. Nicholas Cheong, Arcivescovo di Seul, ha sottolineato il suo disappunto per la decisione della Commissione Nazionale di Bioetica di consentire ai laboratori di ricerca alcune limitate ricerche sugli embrioni e sulle cellule staminali embrionali, anche attraverso l’utilizzo, sia pur controllato, della clonazione. Per questo l’Arcivescovo ha chiesto al governo e ai circoli accademici di indirizzare la ricerca scientifica piuttosto verso le cellule staminali adulte, per preservare la vita dell’embrione.
Nell’Arcidiocesi di Kwangju, Mons. Andreas Choi Chang-mou ha detto: “Tutti i crimini contro la dignità della vita devono essere guardati come una minaccia alla pace stessa fra gli esseri umani: perciò dobbiamo contrastarli”. Inoltre l’Arcivescovo ha ricordato ai fedeli l’accoglienza verso il prossimo, invitandoli a “mostrare maggiore sollecitudine verso gli immigrati che soffrono un ingiusto trattamento da parte dei datori di lavoro”.
“Non si può dimenticare che un embrione e un feto sono entrambi detentori della vita”, ha notato Mons. John Choi Young-soo, Arcivescovo di Daegu, esortando i fedeli a farsi testimoni e annunciatori di una cultura della vita nella società e nella politica.
Simili appelli per la promozione della vita umana e della sua inalienabile dignità sono giunti da Mons. Paul Choi Deok-ki, Vescovo di Suwon, e da Mons. Boniface Choi Ki-san, Vescovo di Incheon, che hanno chiesto ufficialmente una revisione del documento “Mother and Child Act”, in vigore in Corea, che consente di praticare l’aborto troppo facilmente, che è dunque “portatore di una cultura di morte” e fa sì che la Corea sia trovi agli ultimi posti nel mondo per tasso di natalità.
Inoltre Mons. Augustine Cheong Myeng-cho, Vescovo di Pusan, ha fatto un riferimento alle imminenti elezioni presidenziali : “Data la nostra fede nella Resurrezione e nella Vita, è un dovere per i fedeli scegliere un leader che possa dare al popolo una autentica speranza”. (PA) (Agenzia Fides 11/4/2007 righe 28 parole 289)


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