AFRICA/SUDAN - Si teme un crollo catastrofico della sicurezza dopo l’uccisione di 5 soldati senegalesi della forza di pace dell’Unione Africana

martedì, 3 aprile 2007

Khartoum (Agenzia Fides)- “Un catastrofico e tragico crollo della sicurezza e della situazione umanitaria nel Darfur” è quanto teme il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Alpha Oumar Konaré, dopo l’uccisione di 5 militari senegalesi della forza di pace dell’Unione Africana dispiegata nella tormentata regione occidentale del Sudan. Nella sua dichiarazione Konoré ha affermato che “se continua questo andamento, le operazioni di mantenimento della pace nel Darfur saranno in serio pericolo”.
I soldati erano di guardia a un punto di distribuzione dell’acqua, un luogo strategico in una regione desertica, situato vicino al confine con il Ciad, quando, domenica 1° aprile, un gruppo armato ha aperto il fuoco contro di loro. Nella sparatoria sono morti anche 3 assalitori.
Le autorità del Senegal, che ha inviato più di 500 soldati in Sudan, hanno accusato i ribelli dell’Esercito di Liberazione del Sudan (SLA) di essere responsabili dell’attacco. Un portavoce del movimento ha respinto le accuse ricordano che lo SLA ha firmato gli accordi di pace con Khartoum e fa parte del governo di unità e non ha alcun interesse a colpire i soldati della forza di pace africana.
L’attacco perpetrato contro i soldati senegalesi è stato il più sanguinoso di quelli subiti dalla forza di pace africana dal suo dispiegamento in Darfur, nel dicembre 2004. In totale i militari africani uccisi nella regione sono una quindicina.
La situazione sta deteriorandosi anche sull’altro lato del confine, nell’est del Ciad, il cui governo ha reso noto che due villaggi sono stati attaccati dai Janjaweed (le milizie a cavallo che spadroneggiano nel Darfur). Secondo fonti del governo ciadiano, negli attacchi sono morti diversi civili e 8mila persone sono ora senza casa e senza assistenza. Questo è solo l’ultimo di una serie di attacchi partiti dal Darfur contro zone di confine nel Ciad e nella Repubblica Centrafricana. (L.M.) (Agenzia Fides 3/4/2007 righe 29 parole 322)


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