VATICANO - Cammino di preghiera per la Quaresima - L’Atto di Dolore (VIII)

lunedì, 26 marzo 2007

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Prendere la ferma decisione di non offendere Dio, di fare penitenza…È ciò che il peccatore, cosciente della sua miseria morale e spirituale, decide di fare: non offendere più Dio. Insomma, fare come il Figliol Prodigo: ritornare alla casa del Padre ritrovare la dignità di Figlio.
La parabola del Figliol Prodigo è una parabola che comporta un insegnamento ben preciso: sulla conseguenze di voler scegliere da solo il proprio destino, e sull’atteggiamento del Padre faccia a faccia con il Figlio che ritorna e fa «la prima confessione» insegnata da Gesù stesso: «non merito più di essere chiamato tuo figlio…» (Luca 15, 19a); ma soprattutto sulla bontà del Padre che aspetta suo figlio: «quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò» (Luca 15, 20b). Chi dirà la Bontà, la Misericordia e l’Amore infinito di Dio: «Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore (Matteo 9, 35, // Marco 6, 34) ed è per questo che dichiarò solennemente: «Io sono il buon Pastore. Il buon Pastore offre la vita per le pecore» (Giovanni 10, 11). Poiché quella è la sua Missione: «…non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Matteo 9, 13b), precisato da San Luca: «al pentimento » (Luca 5, 32).
E infatti Gesù presenta tre parabole sulla misericordia di Dio: la pecorella smarrita, la dracma perduta, il figliol prodigo (Luca 15). Al paralitico che gli si presenta facendolo scendere dal tetto per l’immensa folla, Gesù dice in primo luogo: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati» (Matteo 9, 2b e // Marco e Luca). A Zaccheo, un pubblicano, un peccatore dunque, dichiara che vuole “dimorare da lui”… e Zaccheo, toccato dalla grazia, fa la sua umile confessione in pubblico, e promette di riparare il torto causato ad altri. Gesù gli risponde: «Oggi questa casa ha ricevuto la salvezza… perché il Figlio dell’Uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto (Matteo 19 pass e 9b, 10). Alla donna adultera, si accontenta di dire: «…nessuno ti ha condannata?... Neanche io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» (Giovanni 8, 10b, 11b).
La sera della Resurrezione, Gesù si rende visibile ai suoi discepoli e dice loro: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse - Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi» (Giovanni 20, 21b-23a). Gli Apostoli vengono inviati dapprima per rimettere i peccati… quello che troppi preti dimenticano attualmente, purtroppo!
Ma la nostra esperienza personale di peccatori ci insegna che è difficile dire «Prendo la ferma decisione di non offenderti mai più» quando sappiamo benissimo che il giorno stesso, probabilmente, ricadremo negli stessi errori. Ed i confessori, che sono preti, sanno che spesso è un’obiezione, uno scrupolo grave per coloro che si confessano, poiché hanno paura di prendere Dio in giro, di promettere una cosa che non saranno in grado di mantenere. (Continua) (J.M.) (Agenzia Fides 26/3/2007, righe 35, parole 516)


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