EUROPA/ITALIA - Due miliardi di malati di tubercolosi aspettano una cura. In occasione della Giornata Mondiale appello di Medici senza frontiere perché si intensifichino gli sforzi per sviluppare terapie efficaci

venerdì, 23 marzo 2007

Roma (Agenzia Fides) - In occasione della Giornata mondiale della tubercolosi, che si celebra il 24 marzo, l’associazione umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere lancia l’allarme.
La tubercolosi rimane una delle malattie mortali più diffuse (9 milioni di nuovi contagi l’anno e 2 milioni di morti) e più trascurate dalla ricerca medica. Gli sforzi per trovare farmaci e test diagnostici più efficaci sono quasi nulli e il personale medico è privo di strumenti adeguati per assistere i malati. L’unico test diagnostico, abbastanza semplice da essere usato su larga scala, risale alla fine dell’800, mentre la terapia più diffusa risale a metà del secolo scorso.
Oggi MSF cura più di 20mila persone affette da TBC in oltre 40 Paesi. Uno sforzo particolare è dedicato ai pazienti colpiti da tubercolosi resistente ai farmaci. Tuttavia, nonostante gli enormi sforzi, solo il 55% dei pazienti con TBC resistente è riuscito a completare i 18/24 mesi di trattamento in ospedale. Gli altri sono morti, non hanno tratto benefici dal trattamento oppure hanno abbandonato la cura a causa dei pesanti effetti collaterali, dell’isolamento forzato o di altre gravi difficoltà legate alla terapia.
Anche la diagnosi della TBC multi-resistente ai farmaci è molto difficile: la maggior parte dei Paesi poveri non ha accesso ai sofisticati strumenti necessari. Ma anche nei pochi contesti in cui le attrezzature sono disponibili ci vogliono fino a 8 settimane per ottenere un risultato. Nei casi di pazienti già ammalati di Aids questa attesa può significare la differenza tra la vita e la morte.
(AP) (23/3/2007 Agenzia Fides; Righe:23; Parole:279)


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